Ausilio: "Siamo vivi e uniti"



Società

2 feb 2016

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Le parole del direttore sportivo nerazzurro in conferenza stampa: "Siamo stracontenti di Mancini e della squadra. Abbiamo avuto delle difficoltà ma sappiamo come superarle"


APPIANO GENTILE - È il direttore sportivo nerazzurro Piero Ausilio a rispondere alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa della vigilia di Inter-Chievo Verona. Si parte con una considerazione sugli ultimi episodi arbitrali: "Inter penalizzata? Non siamo qui a fare la parte delle vittime o a pensare agli arbitraggi. Le sensazioni, quando era il caso, le abbiamo esternate a fine partita. Ma questo non significa che pensiamo sia esclusivamente colpa di altri. Abbiamo anche noi delle colpe, perché quando si hanno risultati altalenanti non ci si può fermare solo sugli episodi. Sono state fatte delle considerazioni e sono sicuro che le useremo a nostro vantaggio sul campo. Quando abbiamo ritenuto fosse doveroso segnalare qualcosa, lo abbiamo fatto".

"Mancini via a fine stagione? Fa un po' sorridere. Quando perdi un derby o la semifinale di TIM Cup si cerca sempre di trovare altri argomenti extra campo. Il mister è contento all'Inter e in società tutti sono stracontenti del suo lavoro. E siamo contenti anche della squadra, che è stata in vetta alla classifica per tanto tempo. Ma con le chiacchiere possiamo fare poco, dobbiamo dimostrare il nostro valore sul campo". 

L'Inter avrebbe potuto fare di più sul mercato? Ausilio risponde così: "Quello che abbiamo fatto, anche quest'estate, è stato concordato con allenatore e società. Non solo dal punto di vista tecnico. Ci sono in giro tantissimi giocatori di qualità, ma non è detto che l'Inter sia nella condizione di acquistarli. Quindi abbiamo inserito in rosa giocatori bravi, utili e nelle nostre possibilità. Abbiamo firmato un accordo con la Uefa e dobbiamo rispettare i parametri del fair play finanziario. Bisogna fare le cose nel rispetto delle regole e in maniera trasparente. Detto questo, abbiamo costruito un'ottima squadra, acquistando giocatori forti da club come Manchester City, Wolfsburg e Monaco. Siamo contenti di questi ragazzi, che fino al 6 gennaio avevano portato l'Inter in vetta alla classifica. Non dimenticatevi che Mancini è lo stesso allenatore che ha portato questo club a ottenere un ciclo importante di vittorie. Ma per costruire una grande squadra serve tempo, sono convinto che i risultati arriveranno".  

Una domanda anche sul match in programma domani sera a San Siro: "La sfida contro il Chievo Verona è importante perché dobbiamo vincerla. Avete criticato tanto gli 1-0, ma io vorrei ripartire proprio da lì. Domani contano i tre punti e vogliamo ripartire verso gli obiettivi di inizio stagione. Cosa ci è successo all'improvviso? Non può esistere una squadra che è al massimo delle proprie possibilità per tutta la stagione. Tanto meno può esserlo una squadra come l'Inter che è stata costruita a inizio anno con 10-11 nuovi innesti. Al di là delle nostre responsabilità, siamo stati anche parecchio sfortunati. Ma siamo vivi, abbiamo avuto delle difficoltà, ma sappiamo come superarle. Dobbiamo lavorare, facendo fronte comune nei confronti di tutto quello che arriva da fuori. Dobbiamo essere più forti di tutto e sono convinto che queste critiche diventeranno applausi. I titolari di domani? Io sono meno buono di Mancini, quindi vi do un solo nome. Icardi". 

Un confronto anche sul rendimento dei nuovi arrivati: "Cosa mi aspetto da Kondogbia e Perisic? Sono ragazzi che arrivano da altri campionati. Non trovo che abbiano fatto così male come si sta facendo pensare. Ma non si può giudicare un giocatore in base a quanto è stato pagato. Kondogbia, ad esempio, è giovane, arriva da un altro campionato, deve conoscere la lingua e i compagni, oltre alla stampa che è molto attenta alle sue prestazioni, più di quanto sia attenta ad altri giocatori. Non si può tutte le volte ricordare il suo costo. È un ragazzo in crescita, dal punto di vista professionale e umano. Ha bisogno di crescere, di consigli e di essere aiutato e supportato. Noi all'Inter lo facciamo, anche perché lui è un grande professionista e un grande talento. Presto lo dimostrerà e le chiacchiere saranno dimenticate". 

"Verrà rispettato il passivo di 30 milioni imposto dal fair play finanziario? Ho delle persone in società che sono direttamente in contatto con la Uefa per trasferirmi i numeri di cui devo tener conto. So di aver rispettato tutto quello che mi era stato chiesto. C'erano degli obiettivi, concordati con la società a dicembre e io li ho rispettati. Sono tranquillo da quel punto di vista. Abbiamo rispettato i parametri economici e abbiamo assemblato una squadra in linea con i nostri obiettivi".

"Quando arriveranno i soldi della cessione di Alvarez? I tempi non li posso conoscere. So cosa c'è scritto su quel contratto, che è molto semplice. Sono stato protagonista, insieme ad altri dirigenti, di quella trattativa, quindi conosco le condizioni. E se esiste un diritto, prima o poi quei 10,5 milioni dovranno esserci riconosciuti. Perché è arrivato un attaccante e non un centrocampista? La risposta è molto semplice. Potevamo prendere un solo giocatore, proprio per una questione economica. Abbiamo fatto una valutazione, cambiata in corsa. In un primo momento eravamo orientati su un centrocampista, ma sono pochi i centrocampisti di qualità e non è facile raggiungerli. Nel calcio si può giocare anche senza regista. Potendo fare solo una cosa per il presente, abbiamo scelto di farla per il nostro reparto offensivo. Abbiamo un parco attaccanti forte, con giocatori tutti diversi l'uno dall'altro. Abbiamo scelto di togliere dal mercato Gnoukouri, che quando è stato chiamato in causa ha sempre fatto bene.  lo stima e lo considera molto, quindi cinque centrocampisti sono più che sufficienti per le partite che mancano. Abbiamo una rosa completa e tutto è stato fatto in pieno accordo con Mancini. Siamo in linea con i nostri programmi".

"Mancini nervoso? Io non trovo, sono insieme a lui tutti i giorni. Ho pranzato e cenato più con lui che con la mia famiglia nell'ultimo mese. Io lo trovo particolarmente sereno e decisamente più tranquillo rispetto al passato. Magari c'è qualcosa che lo ha fatto arrabbiare, ma sono singoli episodi. Oggi tutti parlano del Milan che ha vinto 3-0, ma le partite le vediamo tutti. Nel primo tempo la squadra che aveva fatto di più per cercare la vittoria era l'Inter. Nel secondo tempo, con un cartellino rosso sacrosanto non dato ad Alex, abbiamo sbagliato il rigore e ci siamo ritrovati sotto 2-0. È normale che la partita cambi e che ci sia più nervosismo. Soprattutto se vieni allontanato dalla panchina per così poco".

Si torna poi a parlare di mercato: "Tentativi in extremis? No, assolutamente. Adesso ci prendiamo quindici giorni di pausa mentale per concentrarci sul presente, per stare vicini a questi ragazzi. Stiamo già progettando il futuro e abbiamo già delle idee. Nel prossimo mese le porteremo avanti per farci trovare pronti nella prossima stagione. Banega già alle visite mediche? No, lo stiamo seguendo ma è un giocatore del Siviglia. Sappiamo che è in scadenza di contratto ma ad oggi nulla di più. L'arrivo di Eder esclude quello di Lavezzi? Stiamo seguendo tanti giocatori, tra questi anche quelli in scadenza perché sono situazioni che presentano più vantaggi. Lavezzi è un giocatore che stiamo monitorando, ma che non ha ancora preso una decisione sul suo futuro. Touré un'opzione per la sessione estiva? Al momento non ho la forza per pensare a queste cose. È stato un tormentone già l'estate scorsa. Non ho sentito le dichiarazioni del suo procuratore. Pirlo? Non è mai stato vicino all'Inter". 

Al direttore sportivo nerazzurro viene anche chiesto un commento sulla gestione della rosa da parte di Mancini. La risposta è secca: "Su queste cose non devo rispondere io, ma se si fa una considerazione va fatta completa. Se l'effetto sorpresa lo consideriamo per Montoya e per la sua prestazione di Udine o per D'Ambrosio e Nagatomo contro la Roma, le vostre osservazioni non valgono. Santon a sorpresa nel derby? Davide è un giocatore dell'Inter, che ha disputato tante partite, poi ha avuto un infortunio. Era reduce da un problema e per essere in campo doveva recuperare la condizione ottimale. In ogni caso, non ha fatto una brutta prestazione. Ha fatto un errore sul terzo gol per stanchezza. Emotivamente e mentalmente la partita era già indirizzata. Penso abbia fatto una buona gara, poi ovviamente uno come lui può fare meglio".

Chiusura con un occhio al futuro: "Tutto dipende dalla qualificazione in Champions League? In questi casi si fa un piano A e un piano B. Ovviamente non staremo fermi e immobili fino al 15 maggio. Poi, ovviamente, bisogna essere sinceri ed è normale che la presenza nella massima competizione continentale cambierebbe il mercato e ci permetterebbe di fare qualcosa in più. Senza Champions League verranno a mancare delle risorse importanti. Quest'anno è stato comunque fatto un buon mercato con l'autofinanziamento. Adesso lasciateci qualche giorno di riposo, poi penseremo alla prossima stagione. Soriano già bloccato per l'anno prossimo? Ci abbiamo pensato anche in questo mercato, ma nel momento in cui abbiamo scelto Eder ci sono rimasti solo i buoni rapporti con la Sampdoria. Non possiamo dire di avere un'opzione. Abbiamo fatto un grande lavoro con il club blucerchiato e questo potrebbe darci un vantaggio". 


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