Murillo: "Non bisogna mai perdere l’umiltà"



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16 mar 2017

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Il difensore colombiano ospite nella nuova puntata di Caffè Doppio: "Siamo un gruppo, una famiglia, si vede anche quando scendiamo in campo. Il gol al Bologna? Ne vale almeno 10"


APPIANO GENTILE - Come ogni giovedì torna su Inter Channel Caffè Doppio, e l'ospite di questa settimana è Jeison Murillo: "Sono nato a Cali, una città bellissima, calda, con gente aperta ed accogliente".

"Da bambino avevo sempre il pallone con me, a casa, a scuola, per strada. Qualche vetro ai vicini l'ho anche rotto... poi a 8 anni ho iniziato a giocare in una squadra per sei mesi, prima di andare al Deportivo Cali ed ho iniziato diciamo la vera carriera da calciatore".

Quando inizi ad essere un calciatore non devi perdere l'umiltà. Io ho sempre giocato in difesa, all'inizio anche un po' come terzino destro".

Dopo la prima esperienza nel Deportivo arriva la Nazionale Under 17 e poi l'Udinese: "Dopo il Mondiale in Nigeria, l'Udinese mi ha contattato. È stato un momento particolare e anche strano per la mia vita e la mia famiglia. Zapata, Armero, Cuadrado sono passati da Udine, ma dopo le visite mediche sono passato al Granada".

In Spagna Jeison passa tre stagioni, tra Granada, Cadice e Las Palmas: "Belle esperienze, poi sono tornato al Granada e nello stesso periodo è arrivata la Nazionale maggiore. Il primo gol è stato anche un gol vittoria, contro il Brasile, è stato come togliersi un sassolino dalla scarpa dopo il Mondiale".

Contro il Bologna il difensore colombiano ha realizzato un gol da copertina, in rovesciata: "Avevo segnato così anche al Granada. A San Siro ho visto arrivare un pallone alto, ho visto lo spazio e mi è venuto istintivo. Un gol così ne vale almeno 10 normali".

Jeison è sposato con Samanta: "Ci siamo conosciuti all'inizio su Facebook, avevamo un amico in comune. Quando ho segnato mi ha chiamato "Ragno Volante". Tra poco la famiglia si allargherà, siamo felicissimi e non vedo l'ora, è una grande motivazione per andare sempre avanti".

"Come calciatori dobbiamo essere professionali, è importantissimo. Nel tempo libero sono molto tranquillo, sto in casa o passo il tempo con altri amici colombiani come Zapata, Muriel, Bacca e ogni tanto Cuadrado".

Infine anche un pensiero al momento della squadra: "Merito di tutti, siamo un gruppo, una famiglia, si vede anche quando scendiamo in campo. Tutte le squadre in Italia sono toste, ma dobbiamo fare bene partita per partita, l'obiettivo sappiamo tutti quale deve essere".

"Allenarsi contro grandi attaccanti è uno stimolo in più perché ti mettono in difficoltà ma allo stesso tempo ti aiutano per la prossima partita".


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