Berti: "Il derby era la mia partita, c'era grande rivalità"



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19 apr 2017

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L'ex centrocampista ospite di Memorabilia: "La storia di come cedetti il numero 8 a Ince, con affetto. C’era un legame speciale con la gente interista"


APPIANO GENTILE - Dai primissimi calci al primo gol in Serie A contro... l'Inter! Nicola Berti racconta la propria carriera ai microfoni di Memorabilia su Inter Channel: "Un gol bellissimo partendo da metà campo con pallonetto a Zenga. Lì forse qualcuno si è segnato il mio nome anche se avevo già fatto una buona stagione e con un cambio di ruolo".

"Arrivato all'Inter vincemmo subito lo Scudetto dei Record, una scalata magnifica al campionato. In realtà non cominciai benissimo, ma feci due gol contro Sampdoria e Roma nelle prime giornate e presi fiducia, c'era un legame speciale con la gente dell'Inter".

"Il primo gol nel derby è bellissimo, poi sotto la curva del Milan. Anticipai Serena e sullo slancio andai ad esultare e a fare un piccolo saluto. Dei derby ho grandi ricordi: una volta ci si riscaldava in una piccola palestra tutti insieme e non in campo. Erano i miei momenti, io vedevo quelli del Milan grandi e grossi e tiravo apposta delle pallonate da una parte all'altra verso Gullit, Baresi... Il derby era pazzesco, c'era rivalità. Prima non ci si parlava assolutamente, io con Maldini ho fatto le Nazionali dall'Under 17 alla maggiore ma per anni non ci siamo parlati a Milano".

"Il mio numero era il numero 8, lo cedetti per gentilezza a Ince quando venne all'Inter al termine di una cena a casa mia in cui lo convinsi definitivamente a venire in nerazzurro. Gli cedetti il numero con affetto".

Nel 1991 arriva la vittoria in Coppa Uefa: "Emozione straordinaria. All'Olimpico non facemmo una partita straordinaria, ma il pubblico era straordinario. Erano anni in cui c'erano grandissimi campioni nel campionato italiano; il Real Madrid ad esempio allora non aveva i nomi che giocavano in Italia".

Tra i tanti aneddoti c'è quello del risvelgio più bello: "Prima della vittoria a Vienna eravamo in un hotel vicino alla stazione. La mattina sento "E facci un gol...". Pensavo di sognare, invece tutti i tifosi erano lì sotto a cantare il mio coro e mi sono svegliato con questa emozione incredibile che poi ho trasferito in campo".

"Nell'ultimo anno ho giocato con Ronaldo, un giocatore così non l'ho mai visto. Abbinava potenza e tecnica alla velocità, io lo vedevo fare certi numeri dalla panchina per cui mi alzavo ad applaudirlo come un tifoso".


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