Not For Everyone: le storie dei protagonisti della campagna nerazzurra



Società

16 lug 2019

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Vi presentiamo i volti del video hero che lancia la campagna di comunicazione internazionale del Club


Sono i cinque protagonisti del video hero che ha lanciato la campagna #NotForEveryone: personaggi che sono arrivati a realizzare sé stessi in diversi campi grazie al coraggio, al sacrificio e alla tenacia che li hanno spinti al raggiungimento dei propri obiettivi.

OMER Milano è la sua città, la sua casa, ma soprattutto la sua più grande ispirazione. Omer è uno dei più innovativi street artist milanesi e uno dei più promettenti in Italia.

All'anagrafe Federico Unia, nasce a Milano, città che influisce fortemente sulla sua formazione personale e artistica. Come racconta lui stesso: 'Questa città è come una bellissima donna: affascinante, intrigante, incantevole'. È proprio la metropoli grandiosa e allo stesso tempo dannata, contraddittoria e frastornata da messaggi pubblicitari eterogenei, a diventare la culla del suo linguaggio espressivo unico e inimitabile.

Laureato con lode all'Accademia di Belle arti di Brera, nel 2004 inizia a collaborare con il gruppo artistico TheBagArtFactory, per poi unirsi dal 2007 al 2019 alla TDK Crew, storico gruppo di writers milanesi, riconosciuto come una delle realtà più radicate della scena italiana.

L'identità artistica di Omer deriva dalla sperimentazione collettiva della Pop Art e da una riflessione sullo sconvolgimento delle idee del New Dada. Trae ispirazione dalla reinterpretazione del concetto di poster attuata dagli affichistes del Nouveau Réalisme, Mimmo Rotella in primis, dai combine-paintings di Rauschenberg e dalle riproposizioni d'icone-tipo di Andy Warhol e Roy Lichenstein, per approdare, attraverso il filtro della street art e la rimeditazione dei linguaggi, a un proprio originalissimo modus-operandi. Nasce così un'opera ibrida, Urban-Pop, che testimonia l'abilità nel mescolare stili e modalità diverse, ad espressione di una notevole sensībilità creativa.

Quella di Omer è una vita non da tutti passata a scalare muri, reali e immaginari, per liberare la creatività  e raccontare quelle che definisce 'emozioni visive'. Una vita selvaggia e senza alibi, una vita Not For Everyone.

AIRTON COZZOLINO Per lui il surf non è solo uno sport, ma un'attitudine, una religione, uno stile di vita. Cresciuto con la tavola ai piedi, Airton Cozzolino Lopes ha sempre avuto le onde nel suo destino.

Nasce nel 1994 a Ilha Do Sal, una piccola isola al largo dell'arcipelago di Capo Verde, nell'Africa Nord Occidentale, che i forti venti dell'Atlantico rendono un paradiso per i più grandi kitesurfer mondiali.

Airton ha solo quattro anni quando mette per la prima volta il piede sulla tavola. Passa l'adolescenza circondato da surfer da cui apprende l'arte di cavalcare le onde e la affina nel corso degli anni e di innumerevoli viaggi. Nel 2010 viene adottato dall'italiano Libero Cozzolino, trasferitosi proprio a Capo Verde per diventare un allenatore di kitesurf. Una passione che lega padre e figlio da allora fino ad oggi, tanto da fondare due scuole di kitesurf e surf, una a Capo Verde e l'altra a Chia, in Sardegna.

Ma la vita di Airton non si limita all'insegnamento, anzi. Cozzolino partecipa infatti a molte gare internazionali a partire dal 2011 quando vince il campionato mondiale di kitesurf nella categoria wave. Tre anni dopo organizza un proprio concorso (Red Bull Unfastened) e ottiene altre vittorie al GWA Wave & Strapless Freestyle Tour. Nel 2016 si aggiudica il Kitesurfing Pro di Tarifa e nel 2017 porta a casa un altro titolo World Kitesurfing.

Il kite, il surf, le gare però non bastano a uno come Airton, un atleta sempre in cerca di qualcosa che rispecchi la sua vita, una vita non da tutti. Così progetta una tavola speciale, dotata di una particolare pinna da foil che gli permette di volare letteralmente sull'acqua. Nasce in questo modo uno sport che, sfruttando un principio molto simile a quello del decollo di un aereo, non necessita di onde o di vento per planare sulle superfici d'acqua, che siano fiumi, laghi o torrenti. Una disciplina che richiede forza, costanza e perseveranza, una disciplina Not for Everyone.

STERMY Due nomi, uno che racconta la vita di un normale ragazzo ligure ma londinese d'adozione, l'altro che narra una storia di vittorie in un mondo virtuale, un mondo pieno di avversari in cui emergere è ogni giorno più difficile. Alessandro Avallone, nome reale del più conosciuto «Stermy», in 15 anni da gamer professionista ha collezionato una lunga serie di vittorie internazionali in 10 differenti giochi o, come le definisce lui, 'discipline'. Se da piccolo sognava di diventare un calciatore professionista con il tempo ha scoperto di poter diventare un vincente nel mondo del gaming online, il nuovo orizzonte digitale sportivo.

Stermy inizia la sua carriera di gamer nel 2001 quando partecipa ai World Cyber Games, nello specifico al torneo di Quake III Arena. A soli 15 anni riesce a qualificarsi alle finali in Corea del Sud e diventa uno dei giocatori professionisti di Quake III Arena più acclamati del mondo. Da Quake passa a Painkiller e continua a mietere successi. Nel 2005 ottiene il terzo posto nell'evento finale del campionato e partecipa al circuito World Series of Video Games, conquistandosi una visibilità internazionale. Dagli sparatutto passa quindi ai game strategici e diventa il primo giocatore professionista a competere in Fifa alle Championship Gaming Series (CGS), gareggiando con il team San Francisco Optx per due stagioni. Come capitano della squadra, Stermy conduce il team al secondo posto nelle finali mondiali CGS. Dal 2009 a oggi Stermy si è specializzato prevalentemente in Quake Live, piazzandosi nei primi tre posti al relativo torneo del QuakeCon negli anni dal 2009 al 2011, e vincendo i Dreamhack Summer e Winter nel 2011 con il suo team. Nel 2012 ha preso parte a Shootmania Storm, vincendo tutti i tornei a cui ha partecipato, tra cui 2 titoli mondiali - Electronic Sports World Cup e IGN Pro League. Nel 2017 è passato a Quake Champions, nuovo titolo della ID Software, portando a casa il secondo posto al QuakeCon. Nel 2019 l'ultimo titolo, il primo posto Europeo al Twitch Rivals.   Stermy è uno dei co-fondatori di FACEIT, la piattaforma leader per le competizioni online nei giochi multiplayer PvP, dove gestisce la parte esport e gaming come Chief Gaming Officer.

 

Diventare un gamer professionista è come una corsa ad ostacoli, partita dopo partita. Devi rendere il tuo nome memorabile, dimostrare ogni giorno che la competizione nel mondo virtuale può essere più difficile di quella nel mondo reale. E farcela non è da tutti, farcela è una qualità Not for Everyone.

JESSICA KAHAWATY La vita da modella non è solo passerelle, abiti e feste. I viaggi continui da un paese all'altro, da un continente all'altro, permettono a ragazze giovani di confrontarsi continuamente con differenti culture, lingue, credenze. E di cambiare. È per questo che Jessica Kahawaty non può essere definita semplicemente una modella.

Jessica è ambasciatrice di alcuni tra i top brand mondiali, da IWC Watches a Louis Vuitton ed è apparsa sulle copertine di riviste come New York Times, Vogue Worldwide, Elle, L'Officiel, Conde Nast Traveler, Harper's Bazaar and Marie Claire, oltre ad aver presentato alcuni programmi televisivi. Ma questo per lei non è mai stato abbastanza. Jessica ha scelto di percorrere una strada non da tutti, usando il suo nome per accendere la luce su temi di interesse globale e spingere le giovani donne a raggiungere il loro pieno potenziale attraverso l'educazione e le arti. Il suo background nel Business Finance and Human Rights Law gli ha permesso di lavorare con alcune ONG internazionali e con organizzazioni umanitarie grazie alle quali è entrata in contatto con realtà molto diverse, dal campo profughi più grande della Siria, alla visita con le Nazioni Unite in Bangladesh, per la crisi del Rohingya.

Jessica insomma non è solo una modella. Jessica è una filantropa, una ambasciatrice, una missionaria. Australiana di origini arabe, ha unito le sue due anime ed è riuscita ad approfittare delle luci dei riflettori e del suo nome diventato in poco tempo internazionale per diffondere un messaggio positivo, diverso, un messaggio Not for Everyone.

DUAN JINGTING Osate sognare. È questo il messaggio ispirazionale e stimolante della D. LAB Dance, il laboratorio di danza fondato e diretto da Duan Jingting, una ballerina, una coreografa, un'artista.

Dopo il diploma alla Shanghai Dance School, vince lo 'Special Jury Prize' della Shanghai International Ballet Competition, diventa 'Best New Ballerina' nel 20° anno della Varna International Ballet Competition in Bulgaria e ottiene il terzo posto nella settima National Taoli Cup Dance Competition of Junior Group. Entra a far parte dello Shanghai Ballet e dell'Hong Kong Ballet interpretando tutti i maggiori ruoli dei grandi balletti classici.

Nel 2014 Duan si sposta dietro le quinte e fonda la D.LAB DANCE, un laboratorio dedicato a ballerini professionisti e principianti, bambini e adulti, che spazia dalla danza classica alla moderna alle danze tradizionali cinesi, tanto da diventare una delle realtà più riconosciute di Shanghai.

Partecipa a numerosi programmi televisivi dedicati alla danza, da 'Street Dance of China' a 'Shake it up' oltre a realizzare le coreografie per lo show 'PhantaCity'.

La sua grazia ed eleganza non da tutti rendono Duan Jingting una delle più amate artiste di alcune riviste di moda. Il suo volto è infatti in grado di raccontare la fatica, lo sforzo, la costanza necessari per emergere nel mondo della danza, un mondo di farfalle forti e determinate, un mondo Not for Everyone.


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