Dalla parata di Julio agli abbracci finali: 10 momenti indimenticabili di Barcellona - Inter



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28 apr 2020

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Video e foto di 10 momenti clou del ritorno della semifinale di Champions League 2010


MILANO - Dieci anni e dieci momenti. Il 28 aprile 2010 l'Inter, sconfitta 1-0 a Barcellona, conquistava l'accesso alla finale di Champions League: avrebbe sfidato il Bayern Monaco a Madrid il 22 maggio. Quella sera, al Camp Nou, davanti a quasi 100mila spettatori, l'Inter disputò una partita passata alla storia per vari motivi ed episodi: l'espulsione di Thiago Motta per il contatto con Busquets, la parata di Julio Cesar sul tiro di Messi, il gol di Piqué, il gol annullato a Bojan, la difesa strenua fino alla fine (rivedi qui gli highlights) e i festeggiamenti finali, con gli irrigatori del Camp Nou accesi a bagnare la gioia nerazzurra. Riviviamo quel match con 10 momenti che non dimenticheremo mai.

1. REMUNTADA E " Ens hi deixarem la pell!"

Dopo la sconfitta per 3-1 a San Siro, per la semifinale di ritorno il Barcellona fa partire una vera e propria mobilitazione per caricare i tifosi culé. I blaugrana realizzano un video emozionale con protagonisti Puyol e compagni: "Abbiamo un sogno, la finale di Madrid. Vogliamo la remuntada", fino al famoso "Ens hi deixarem la pell!", "lasceremo la pelle". Uno slogan che a fine partita José Mourinho trasformerà in: "Loro hanno lasciato la pelle, i miei ragazzi il sangue".

2. L'INFORTUNIO DI PANDEV DURANTE IL RISCALDAMENTO: DENTRO CHIVU

Cristian Chivu ce lo ha raccontato di recente, nella sua lettera ai tifosi dell'Inter: doveva partire dalla panchina, invece viene chiamato in fretta e furia per un problema fisico occorso a Pandev durante il riscaldamento. Chivu esce a riscaldarsi da solo, di fronte ai tifosi del Barcellona che lo fischiano. Mourinho non cambia piano tattico, schierando il romeno alto a sinistra nel 4-2-3-1, dirottando Eto'o sulla destra. Il compito di Chivu doveva essere quello di contenere Dani Alves, ma presto il piano tattico lo porta a giocare da terzino sinistro dopo l'espulsione di Thiago Motta. Chivu sarà il protagonista dell'unico tiro dell'Inter verso la porta di Victor Valdes, con una punizione dalla lunghissima distanza nella ripresa.

3. IL CONTATTO CON BUSQUETS E L'ESPULSIONE DI THIAGO MOTTA

Il momento di svolta del match al 28' del primo tempo. Thiago Motta, già ammonito, gestisce un pallone nella metà campo difensiva quando sente la pressione di Busquets: allarga un braccio e con la mano tocca il collo del centrocampista blaugrana, che crolla al suolo. Da terra, Busquets dà una sbirciata alla situazione, mentre l'arbitro olandese De Bleeckere va diretto da Motta e gli mostra il cartellino rosso, diretto. Inter in 10 alla mezzora del primo tempo.

 

4. LA PARATA DI JULIO CESAR SU MESSI

Quando sul cronometro inizia il 33' minuto, Julio Cesar si produce in quella che molto probabilmente è la parata più bella e importante, la più difficile, della sua straordinaria carriera. Leo Messi (che non ha mai trovato il gol nelle sfide contro l'Inter) parte dalla destra, supera Zanetti, resiste all'uscita di Samuel e fa partire un suo mancino classico, millimetrico, che gira proprio fino a finire nell'angolo basso della porta. Il tuffo di Julio Cesar è prodigioso: in totale estensione, devia la palla in corner con la mano destra. Una parata epica.

 

5. LE CHIUSURE DIFENSIVE DI SAMUEL ETO'O

Nelle pieghe di un match che ricordiamo in ogni dettaglio è proprio al Camp Nou che Samuel Eto'o disegna la sua partita di sacrificio per eccellenza. Da marzo, nel ritorno degli ottavi contro il Chelsea, Mourinho aveva scelto il 4-2-3-1 soprattutto per gli impegni di Champions League. Con il rosso a Motta, l'Inter al Camp Nou si trova di fatto con un 4-4-1, con Eto'o largo a sinistra a ripiegare fin sulla linea difensiva.

 

6. I CAMBI DI MOURINHO: MUNTARI, CORDOBA, MARIGA

Partita di sacrificio, totale. Con la squadra in 10, Mourinho nella ripresa corre ai ripari. Il primo cambio è quello di Muntari per Sneijder, al 67'. Con la pressione del Barcellona sempre più alta, all'81' Milito lascia il campo per fare posto a Ivan Cordoba, che va a formare una linea a 5 difensiva, tre minuti prima del gol dell'1-0 di Piqué. Due minuti dopo il vantaggio del Barcellona, Mourinho sostituisce Eto'o, stremato: entra McDonald Mariga, che contro l'Atalanta in campionato aveva appena trovato il suo primo gol in nerazzurro. Il centrocampista keniano contribuisce a costruire la diga finale. Nei concitatissimi minuti conclusivi Mariga si rende protagonista di un altro piccolo episodio che ci portiamo via da quella serata: la chiusura su Jeffren in scivolata, "con il gambone", come disse il telecronista di Sky di quella partita: palla recuperata e fallo subito, per far respirare l'Inter.

7. IL GOL ANNULATO A BOJAN

In pieno recupero, per un momento i sogni dei tifosi nerazzurri sembrano svanire. A cavallo tra il 92' e il 93' il Camp Nou esplode con un grido sordo: "Gooool". Ma nella bolgia dello stadio catalano nessuno aveva sentito il fischio di De Bleeckere, che aveva fermato il gioco già prima che Bojan fulminasse Julio Cesar con un destro imprendibile. Nel contrasto con Samuel, Keita aveva toccato il pallone con la mano: un tocco che aveva consentito al Barcellona di mettere in porta Bojan. Pericolo scampato.

 

8. LA CORSA DI MOURINHO E ORIALI

Al fischio finale resta nella memoria di tutti i tifosi la corsa di José Mourinho e di Gabriele Oriali, attuale First Team Technical Manager nerazzurro e allora responsabile sportivo della prima squadra, a salutare i tifosi nerazzurri, nonostante l'intervento di Victor Valdes.

9. GLI IRRIGATORI ACCESI SUL CAMPO

La festa dell'Inter sul campo del Barcellona passerà alla storia anche perché, dopo il fischio finale e mentre i giocatori nerazzurri si abbracciano, esausti, per aver conquistato l'accesso alla finale di Madrid, vengono azionati gli irrigatori del campo. Le foto di quei momenti sono indimenticabili: la gioia trasfigurata e quei getti d'acqua tra i quali alcuni interisti corrono come bambini felici.

10. LA FESTA SUGLI SPALTI E LE DICHIARAZIONI DEL POST-PARTITA

La gioia di Massimo Moratti al fischio finale è tutta nell'esultanza genuina, subito ricomposta nell'abbraccio al presidente avversario Laporta. Nelle parole dei giocatori l'emozione e parole ricorrenti: "Sacrificio", "Felicità", "Merito", "Sogno". Perché il ritornello di quella partita resta unico: "Per noi è un sogno, non un'ossessione".


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