Bergomi: “Sono felice, porterò sempre nel cuore questa giornata”



Società

9 mar 2021

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Terzo hall of famer nella categoria difensori, dopo Javier Zanetti e Giacinto Facchetti, Beppe Bergomi ha fatto il suo ingresso nell’albo d’oro nerazzurro


MILANO – Dopo Javier Zanetti e Giacinto Facchetti, Beppe Bergomi ha fatto il suo ingresso nella Hall of Fame nerazzurra ed è stato premiato nella serata evento che ha coinvolto i vincitori della terza edizione. Terzo difensore, anche lui ha indossato per anni la fascia da capitano, vestendo la maglia dell’Inter dall’esordio a poco più di 16 anni e poi per una vita intera, 756 volte in campo.

"Ringrazio i tifosi e tutta la famiglia dell'Inter. Far parte della Hall of Fame è motivo di orgoglio, vedo il mio nome accanto a quello di grandissimi campioni che hanno fatto la storia del Club. Sono felice, porterò questa giornata nel mio cuore per tutta la vita perché io ho indossato sempre e solo una maglia, quella nerazzurra. Non è facile scegliere un momento solo nella mia carriera. Penso all'esordio con Bersellini, quando mi disse 'Ragazzo scaldati!': eravamo tre difensori in panchina e scelse me, quello fu il primo passo. I cinque anni con Trapattoni non si scordano. Ma anche quel momento con Osvaldo Bagnoli. Mi guardò e mi disse: 'Ma tì, due te voret andà?', che in dialetto milanese significa 'Ma tu, dove vorresti andare?'. Bagnoli mi diceva 'Tu sei il più forte', ma io non volevo andare da nessuna parte in realtà. Infine Gigi Simoni: mi ha permesso di vincere ancora e di partecipare al mio quarto Mondiale. Però io ho pianto per un allenatore solo: Gigi Radice. Insomma, tanti momenti belli, come anche le partite: la vittoria sull'Aston Villa, il 4-0 sulla Juventus giocata da libero".

E poi i trofei: “Il primo non si scorda, è la Coppa Italia 1981/1982. In quella competizione ho segnato il mio primo gol con l'Inter, il 6 settembre contro il Milan, un gol che ci fece passare il turno”. Per Bergomi il messaggio speciale di Riccardo Ferri: "Il primo giorno, l'1 settembre 1977, siamo arrivati all'Inter per la prima volta. Saliamo sul pullman e ci siamo trovati seduti io e Riccardo Ferri uno accanto all'altro. L'allenatore di quella squadra giovanile era Arcadio Venturi e disse a tutti: 'Prendete esempio da quei due lì'. Sapete perché? Perché avevamo i capelli corti! Da quel giorno è stato un lungo percorso assieme. L'amicizia e la stima reciproca sono rimaste".


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