Joao Mario: "Contento di essere apprezzato dai tifosi"



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26 gen 2017

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Ospite di Caffè Doppio, il nuovo format di Inter Channel, il centrocampista portoghese si racconta


APPIANO GENTILE - Siamo al secondo appuntamento con Caffè Doppio, il nuovo format di Inter Channel in onda il giovedì sera. L'ospite di questa settimana è Joao Mario, che ha cominciato la sua intervista parlando proprio di quanti caffè beve al giorno: "Almeno 3-4, massimo. Alla mattina quando mi alzo, dopo pranzo e due di pomeriggio. La sera non mi piace berlo perché poi non riesco a dormire. Con zucchero? Ogni tanto un po'. In Portogallo ce n'è molto, ed è anche buono".

Si passa poi a parlare dei tifosi, che hanno già dimostrato di stimare il numero 6 nerazzurro: "Credo che i tifosi dell'Inter gradiscano la mia maniera di giocare. Non mi conoscono bene come persona ma mi hanno accolto bene. Non dobbiamo essere solo bravi giocatori ma anche brave persone, e sono contento che i tifosi apprezzino anche il mio modo di essere".

E chi è stato il giocatore che ha ispirato sin da piccolo Joao Mario? "In Portogallo si segue molto il campionato italiano, spagnolo, inglese e ovviamente si guardano le partite delle grandi squadre, e Zidane è stato il primo giocatore che mi ha colpito. Lui e Rui Costa sono grandi esempi di forza ed eleganza. Se sono elegante? Ci provo! Danilo dice di essere il più elegante di noi per come si veste? Forse è vero, ci tiene molto (ride, ndr)".

Joao racconta poi qualcosa su di sé: "Sono nato a Porto e ho iniziato da piccolo a giocare al Porto, ho fatto due anni nelle giovanili e sono andato poi allo Sporting Lisbona. Ho fatto 12 anni lì e in quel periodo ho capito che quello sarebbe stato il mio futuro. Ho iniziato da difensore centrale e poi sono diventato centrocampista. Ho provato anche a continuare gli studi, ma avevo troppi allenamenti. Ho terminato a 18 anni, anche se l'ultimo anno l'ho fatto così così. Mi mancano due esami per concludere. Ho due fratelli, entrambi calciatori, che sono più bravi di me (ride, ndr). Uno è più grande, si chiama Wilson e gioca al Braga, l'altro è Ugo, e gioca a calcio a 5 in una squadra a Lisbona. Anche mio padre ha giocato ma non ad un livello professionale, così come mio zio".

Ma com'è la giornata tipo di Joao Mario? "Sveglia alle 8, colazione qui al centro sportivo Suning tra le 9 e le 9.30, allenamento e poi pranzo. Vivo da solo a Milano, e nel tempo libero sto a casa, vado a cena fuori, vita tranquilla. Mi piace guardare le serie tv americane, soprattutto la sera. I miei amici qui? Mi trovo molto con Gabigol, Miranda e Eder, con cui parlo praticamente la stessa lingua, e poi altri due amici del Portogallo. La mia famiglia comunque mi sostiene sempre. Il mio piatto preferito fatto dalla mia madre? Il baccalà. Guardo anche altre partite di calcio portoghese, Real, Barcellona, e le gare dei nostri avversari che studiamo molto qui al centro sportivo Suning. Mi piace giocare a tennis, e gioco meglio con la sinistra, e mi piace anche giocare a ping pong. Ci ho giocato anche con Medel. In ritiro? Vedo molte serie, e anche partite che si giocano in quelle ore. Che musica ascolto? Hip hop, r & b e un po' di reggaeton. Soprannome? Mi chiamano Mario, Joao o Portuga".

Sul trasferimento in Italia: "È un po' diverso, ma c'è tutto. Si mangia molto bene, la pasta è buonissima. Faccio molta attenzione all'alimentazione, non mangio sempre fuori, mia madre viene spesso qui. Quando c'è la mia famiglia sto un po' di più a casa, ma esco comunque anche con loro. Mangio molte cose diverse, sempre con attenzione. L'Inter? Ho sempre avuto un atteggiamento positivo e sereno, sono in una grande squadra e ho sempre creduto che possiamo migliorare".

La testa è al prossimo impegno contro il Pescara "Ho imparato che in Italia non ci sono squadre semplici da affrontare, tutte hanno grandi qualità, fisicità, tutti i giocatori sono forti. Dobbiamo prepararle tutte bene per vincere. Normale che le motivazioni contro squadre come Juventus, Milan, Napoli sono diverse. Ma dobbiamo fare di tutto per vincere sempre contro tutti".

Infine, al numero 6 nerazzurro viene chiesto dell'Europeo vinto l'estate scorsa con il Portogallo: "È stata un'esperienza unica. Ho sempre sognato di poter vincere qualcosa con la mia nazionale, ma non avrei mai immaginato così. Cristiano è la nostra bandiera e il nostro giocatore più importante. Quando viene qui? Sto parlando lui (ride, ndr). Siamo amici, è una brava persona che si preoccupa per tutti, è un leader".


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