Lukaku: "Giocare nell'Inter è sempre stato un sogno per me"



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28 gen 2020
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L'attaccante nerazzurro intervistato a "Tiki Taka - Il calcio è il nostro gioco"


MILANO - Lunga intervista a "Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco" su Italia 1 per Romelu Lukaku. Oltre a Pierluigi Pardo, anche Christian Vieri, ex attaccante nerazzurro, si è intrattenuto con l'attuale numero 9 dell'Inter.

Lukaku ha parlato del suo soprannome, del rapporto con Antonio Conte e del suo ambientamento in Serie A: "Mi chiamano gigante buono e mi piace, in effetti cerco di essere educato e di rispettare tutti". 

"La prima volta che ho affrontato Conte è stato a Bruxelles, per Belgio-Italia, un'amichevole. Ho notato che giocava con due punte davanti, Eder e Pellè, che avevano avuto molte occasioni. Ho capito che con il suo modo di giocare avrei avuto molte possibilità di segnare e che avrebbe esaltato il mio gioco. Dopo quel match ci ho parlato, gli ho detto che in futuro l'avrei seguito”.

"La Serie A è un campionato differente da quelli in cui ho giocato, qui i difensori sono i migliori d'Europa. Anche gli allenamenti sono differenti qui, si punta molto sul fisico. I primi due mesi sono stati difficili ma pensavo sempre al futuro, a quello che potevo diventare: sono giovane e voglio lavorare ancora di più per migliorare. In Inghilterra molte partite sono simili, qui ogni sfida è diversa, puoi non vincere anche gare in cui concedi solo un’occasione come è successo a Firenze e a Lecce".

Da pochi mesi in Italia, ma già ambientato alla grande, Lukaku si è già tolto la soddisfazione di segnare nel #DerbyMilano: "È stata una grande emozione. Giocare in Italia e nell'Inter era un sogno per me. La prima finale che ho visto da piccolino è stata Inter-Lazio, la finale di Coppa Uefa 1998. Volevo giocare nell’Inter, perché ho sempre ammirato i suoi grandi attaccanti: Ronaldo, Vieri e Adriano".

"La mia mentalità è quella di cercare di migliorare sempre. A 26 anni non sono ancora al top. È più importante lavorare ogni giorno per cercare di migliorare le cose che so fare meno bene".

All'Inter funziona il feeling con Lautaro Martinez: "Prima di arrivare ho visto un'amichevole dell’Inter ad Appiano Gentile. Ho notato subito il modo in cui giocava e come si muoveva Lautaro, Ho pensato che se avessimo giocato bene insieme avremmo potuto aiutare la squadra. Quando sono arrivato l'ho chiamato e siamo diventati subito amici, anche perché io parlo anche lo spagnolo e in campo comunichiamo così".

L'italiano di Romelu, però, è già perfetto: "L'ho imparato ascoltando le telecronache della Serie A, mentre guardavo le partite di mio fratello​​​.​ La vita qui in Italia è bellissima, io e la mia famiglia stiamo bene a Milano. C'è stato qualche episodio di razzismo? Mi è capitato solo allo stadio, ma spero sia stata la prima e l’ultima volta. La campagna BUU Brothers Universally United dell'Inter è molto bella e io continuerò lottare perché il calcio in questo Paese è importante e noi giocatori dobbiamo impegnarci per migliorarlo".

Infine Lukaku ha spiegato il significato della sua esultanza, l'inchino: "​​​​​​​Quando sono arrivato a Milano c'erano tantissimi tifosi già a Linate ad aspettarmi, mi hanno fatto sentire grande affetto e amore. Per questo mi inchino a loro, per ringraziarli".


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