Europa League, Inter - Ludogorets 2 - 1: match review



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28 feb 2020

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I gol di Biraghi e Lukaku mandano i nerazzurri agli ottavi


MILANO - Non è scontato avere consistenza, ritmo, concentrazione e cattiveria in uno stadio senza i tifosi. L'Inter però contro il Ludogorets ha giocato una partita seria, di carattere e personalità. Ha condotto in porto con una vittoria una partita che ad un certo punto aveva preso una brutta piega, con il vantaggio ospite che sembrava poter riaprire il discorso qualificazione. Un piccolo brivido durato non più di cinque minuti. Focus sull'obiettivo qualificazione, ridurre al minimo i rischi, sfruttare la sfida per provare nuove situazioni di gioco. L'Inter è riuscita in tutti i suoi propositi.

Il Ludogorets è stato più aggressivo e ha portato più qualità e concretezza negli attacchi. All'andata non aveva mai calciato nello specchio della porta, al Meazza sono stati 4 i tiri tra i pali difesi da Padelli. Una produzione offensiva che impallidisce al confronto con quella nerazzurra: 15 conclusioni, 8 nello specchio. Quello che i dati statistici evidenziano - senza peraltro sorprendere - è che il secondo tempo dell'Inter è stato di puro controllo. Due lampi, la traversa di Sanchez e il palo di Lukaku, e lo stretto necessario. Nella prima frazione, invece, i nerazzurri hanno martellato, sfruttando principalmente le fasce, soprattutto la sinistra, e i dialoghi nello stretto tra Sanchez e Lukaku, alla loro quarta apparizione in coppia in stagione.

La catena di sinistra, dicevamo. Conte ha proposto uno schema abbastanza fluido: non il classico 3-5-2, ma un 4-4-2 di grande mobilità, con Biraghi ad occupare tutta la fascia sinistra nei corridoi lasciati da Eriksen, chiamato ad accentrarsi. Meccanismi da rodare ma che hanno comunque generato il gol del pareggio. Protagonista il danese, con l'assist, e Cristiano Biraghi, al suo primo gol con la maglia nerazzurra, festaggiato con il bacio allo stemma dell'Inter. Analizziamo la prova dei due.

Eriksen è partito largo a sinistra. Una posizione già ricoperta ai tempi del Tottenham, che lo ha portato a giocare tanti palloni (81), tutti con grande qualità: 47 passaggi riusciti, il 93%. Un dato molto alto, lontano però da quello praticamente perfetto di Borja Valero, vicino ancora una volta al 100% di passaggi completati. Lo spagnolo ha diretto il gioco, 61 passaggi completati su 63, il 98,4% di precisione. Eriksen, dicevamo: alla sua partita, oltre all'assist, ha aggiunto 8 cross ma soprattutto 14 duelli, 4 contrasti, 2 intercetti e ben 8 possessi guadagnati, il massimo con Godin. Una partita ricca, con 3 occasioni create e 2 tiri respinti: tutti segnali di un inserimento sempre più convincente negli schemi nerazzurri.

Poi c'è Cristiano Biraghi: una vita, da ragazzo, dedicata solo all'Inter. Il gol è la ricompensa e un premio alla perseveranza.  L'esterno mancino è stato decisivo in fase di sviluppo dell'azione offensiva, con un apporto costante, andando a creare la superiorità numerica sulla fascia, come in occasione del gol. La sua partita si è sposata alla perfezione con i costanti duetti tra le punte nerazzurre. Sanchez è stato vivacissimo: 5 tiri, tanti dribbling, l'assist per Lukaku in occasione del secondo gol, una traversa folgorante.

Infine Lukaku: 23esimo gol stagionale, un po' fortuito a dire il vero. Un palo, tutto di forza. E una serie di dati statistici pesanti. Uno su tutti: è diventato il secondo giocatore nella storia dell'Inter a segnare almeno due gol in quattro competizioni differenti nel corso di una singola stagione in nerazzurro. In precedenza ci era riuscito solo Samuel Eto'o nella stagione 2010/11.


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