Match review, Brescia - Inter 1 - 2



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30 ott 2019
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Lautaro e Lukaku regalano l'ottava vittoria in campionato su dieci partite


MILANO - Tra i tanti modi con i quali si può vincere una partita c'è sicuramente quello di colpire e soffrire, come in una danza su un ring quando si ha un po' il fiato corto ma si ha troppa voglia, stoffa e determinazione di non cedere di un millimetro. L'Inter torna da Brescia con tre punti e la convinzione che anche le partite più dure dal punto di vista del dispendio fisico si possono vincere con unità d'intenti e sacrificio comune. E con colpi da campioni.

È stato un match dai due volti, quello della squadra di Conte. Se contro il Parma la ripresa era stata un assedio alla porta gialloblù, al Rigamonti i nerazzurri, già in vantaggio, hanno subito la pressione dei padroni di casa nei secondi 45 minuti del match. La stanchezza ha bussato, mixata alla voglia del Brescia di andare all'arrembaggio. I numeri sono lì a testimoniare come l'Inter, padrona del gioco nel primo tempo, abbia arretrato il proprio raggio d'azione nella ripresa, esaltando le doti nella "garra" di tutto il pacchetto arretrato, a partire da Handanovic.

Tra il primo e il secondo tempo il possesso palla dell'Inter è sceso dal 66 della prima frazione al 46 percento della seconda. Un dato che fa il paio con il baricentro medio delle due squadre: dopo l'intervallo l'Inter ha perso 12 metri (da 55 a 43), mentre il Brescia - che nel primo tempo è stato accorto e stretto - ha alzato il proprio raggio d'azione di quasi 15 metri (da 45,6 a 59,7). Handanovic ha dimostrato la solita capacità di rendere facile ciò che non lo è, Skriniar - molto attivo ad inizio gara anche in fase di impostazione, col 91% di passaggi riusciti nella metà campo avversaria - ha messo l'elmetto per respingere l'assedio bresciano con 3 intercetti e 9 possessi guadagnati. De Vrij, che ha innescato un altro gol, ha messo in cascina 6 respinte e 3 blocchi. Il tutto con la collaborazione di un Godin affidabile e puntuale.

Il gol di Lautaro Martinez che ha aperto il match ha avuto la benedizione della deviazione di Cistana che ha spiazzato il portiere. L'argentino sta riscrivendo le sue statistiche in nerazzurro: quinto gol in campionato, settimo stagionale, seconda trasferta consecutiva a segno e primo sigillo da fuori area in maglia nerazzurra. Ma il Toro significa gol ma anche molto altro: 45 palloni giocati, 15 duelli, 3 tiri, una capacità naturale di aggirare i difensori proteggendo il pallone e dando respiro e qualità alla manovra offensiva dell'Inter.

Il sigillo al match, invece, l'ha messo Romelu Lukaku con una cavalcata e un sinistro straordinari. Settimo gol in campionato per il belga, a segno appunto con Lautaro: dopo 10 giornate di campionato per la prima volta dalla stagione 2012/13 (Diego Milito ed Antonio Cassano) due attaccanti nerazzurri sono entrambi almeno a quota 5 reti. Match tosto quello di Romelu, bravo nelle sponde e nei duelli aerei (ben 11), suggellato dallo splendido gol di sinistro.

Una prova di grande carattere e determinazione da parte di tutta la squadra, che ha saputo resistere al ritorno dei padroni di casa e portare a casa tre punti molto pesanti. Sabato ci aspetta un'altra trasferta impegnativa, quella di Bologna. Vietato fermarsi!


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