Inter - Parma 2 - 2, match review

MILANO - Si può cadere e ci si può rialzare. Il percorso, si sa, è a ostacoli e correre a tutta velocità non sempre è consentito. L'Inter ha metodo, mentalità, buoni propositi. Spesso le avversarie hanno grande spirito di sopravvivenza e guizzi repentini, inaspettati, che complicano in maniera del tutto inaspettata il viaggio nerazzurro. Era successo con il Borussia in Champions League, è capitato in maniera simile - ma senza gol subiti, anzi praticamente senza tiri subiti - contro Genoa e Shakhtar. E ora è ri-capitato: Inter padrona del campo dall'inizio alla fine, mole di gioco e occasioni grandissima, poi due graffi di Gervinho mettono il Parma nelle condizioni di sbancare San Siro con le prime due sortite offensive. Ripetiamo: l'Inter è dura a morire, il pareggio agguantato nel finale è segnale di vita e di lotta, ma è un premio minimo per una squadra che può raccogliere di più.

Chiudere il primo tempo con 10 corner e 8 conclusioni, finire la partita con 25 (venticinque!) conclusioni, 9 delle quali nello specchio della porta, con 13 tiri da dentro l'area e 12 da fuori. Un bombardamento che ha fruttato solo due gol. Il Parma si è messo a specchio, snaturandosi e abbandonando il suo consueto 4-3-1-2. Ha chiuso le linee di passaggio, si è assestato con un baricentro bassissimo (36 metri) e ha atteso il momento buono. I due gol di Gervinho sono nati dal nulla, due verticalizzazioni che hanno trovato impreparata la linea nerazzurra.

L'Inter è stata alta, ha portato una pressione continua. Ha giocato molto sulla trequarti, con un baricentro medio di oltre 65 metri. La grandissima fonte di gioco nerazzurra è stata quella di Aleksandar Kolarov, in versione tuttocampista. Partendo da terzo di sinistra nella difesa, il serbo ha giocato 136 palloni: per intenderci, il giocatore del Parma che ne ha giocati di più è stato Pezzella con 55. 110 passaggi, 96 riusciti, 80 dei quali nella metà campo avversaria. Tutte le doti del mancino a servizio della costruzione di gioco, con il plus dell'assist su punizione al 92' per il gol del 2-2 di Perisic. 

L'Inter ha provato a innescare gli esterni con capovolgimenti di fronte (come nel caso del colpo di testa di Hakimi) e in generale uno dei più attivi, al di là del gol, è stato Ivan Perisic. Schierato prima da seconda punta, poi da esterno sinistro, infine da esterno destro, il croato ha dimostrato duttilità e utilità: 11,5 km percorsi, 4 conclusioni, 3 occasioni create (meno solo di Barella, 4) e tanta reattività in ogni giocata. Non sempre l'Inter ha trovato i tempi giusti per innescare le punte, quasi soffocate dalle fitte maglie del Parma. Le conclusioni da fuori, perciò, sono diventate un fattore: Brozovic ha segnato di sinistro dalla stessa posizione e con lo stesso piede del suo ultimo gol, quello segnato al Milan nel derby di ritorno della passata stagione. Stesso esito, l'angolino basso, una rete anche in questo caso per dare il la alla rimonta.

Abbiamo detto delle poche occasioni del Parma: 5 tiri in totale, 3 nello specchio, con due reti. Andrea Ranocchia, impeccabile contro il Genoa, ha fornito un'altra prova di grande solidità. Ha ingaggiato ben 14 duelli, ha lavorato prima su Cornelius e poi su Inglese, facendosi trovare sempre pronto.