#Timeless2010: 5 cose che forse non ricordi del Triplete



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7 mag 2020

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Assist, gol, presenze, parate e aneddoti sull’impresa della stagione 2009/10


MILANO – Iquattro giorni di Maicon, l’instancabile Javier Zanetti, l’en plein in Campionato di Julio Cesar, Eto’o da Barcellona a Madrid, la macchina del tempo del Camp Nou e il vulcano Eyjafjallajokull. Ecco le 5 coseche forse non ricordi del Triplete:

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1 – I 4 GIORNI DI MAICON

Nella sua carriera in nerazzurro Douglas Sisenando Maicon non ha mai segnato due gol in due partite consecutive. Ad eccezione di una volta, quando nel giro di 4 giorni il Colosso ha confezionato due reti straordinarie per tecnica e importanza, il 16 e il 20 aprile 2010 contro Juventus e Barcellona. Il primo è un capolavoro di coordinazione e potenza, 4 tocchi per addomesticare il pallone e scaraventarlo con forza e precisione a bucare la rete bianconera. Il secondo è uno dei preziosi tasselli che ha aperto la strada verso la finale di Madrid, il tocco di precisione sul pallone servito da Milito per superare Valdes nella semifinale di andata di Champions League. Nella stagione 2009/10 però il brasiliano si è distinto anche per gli assist, superando la doppia cifra con ben 11 i passaggi vincenti serviti ai compagni.

2 – L’INSTANCABILE JAVIER ZANETTI

Sulla fascia non si è mai fermato, come nel campo di allenamento. L’instancabile Javier Zanetti nella stagione del Triplete ha disputato 55 partite su 57. Sono soltanto due gli appuntamenti saltati: gli ottavi di Coppa Italia (1-0 contro il Livorno) e la sfida di San Siro contro il Bologna in campionato. Nelle restanti 55 partite è sempre stato titolare e sostituito in una sola occasione, nel 2-2 tra Inter e Dinamo Kiev nel girone di Champions League, quando Zanetti ha lasciato il campo all'86' per far posto a Marco Materazzi.

3 – 3420 MINUTI IN CAMPIONATO SU 3420 PER JULIO CESAR

Nelle sue 300 presenze in nerazzurro ha regalato emozioni indescrivibili e vittorie pesantissime grazie al suo istinto, alla sua capacità di leggere il gioco e di volare tra i pali, tanto da diventare insostituibile. Nella stagione 2009/10 Julio Cesar non ha saltato neanche un minuto in Serie A difendendo i pali nerazzurri 3420 minuti su 3420. Come ha raccontato a posteriori il portiere brasiliano, nel podio delle parate più importanti ci sono quella del Camp Nou su Messi, quella su Müller in finale e quella su Aquilani nel match contro la Roma.

4 – ETO’O DA BARCELLONA A MADRID

Corsa, fiuto per il gol, lavoro, tecnica e sacrificio. Samuel Eto’o è un mix perfetto, un giocatore che negli anni si è forgiato per conseguire un obiettivo: la vittoria. All’Inter dopo il Triplete conquistato con la maglia del Barcellona, il Re Leone ha dimostrato che la fame si può alimentare con l’ambizione e la passione per il calcio. Da Barcellona a Madrid il camerunense ha prima giocato un match di sacrificio, posizionandosi largo a sinistra dopo l’espulsione di Thiago Motta per ripiegare in difesa, poi ha caricato la squadra al Bernabeu, con il suo discorso prima della finale così sintetizzato da lui qualche tempo dopo: “O moriamo in campo e ci portiamo a casa il trofeo, o moriamo perché non lo portiamo a Milano”.

5 – LA MACCHINA DEL TEMPO

La relatività dello spazio e del tempo tra gli ultimi due step verso la finale di Madrid merita un capitolo a parte. Prima gli infiniti 6 minuti più recupero di Barcellona-Inter, poi il vulcano islandese Eyjafjallajokull che prima costrinse il Barcellonaa viaggiare verso Milano in pullman e non in aereo a causa della nube di fumo e cenere che aveva causato la chiusura dello spazio aereo in Europa, poi fece anticipare la partenza dell’Inter verso Madrid facendo in modo di dilatare il tempo di una vigilia lunga 3 giorni.


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