Papà e Inter: il tifo che unisce le generazioni

Svegliarsi con un pensiero fisso e comune. Come la mattina di Natale, ma tutte le domeniche. Andrea, Annamaria, Giorgio. L'inizio della giornata è anche il via a un rito: papà Stefano entra nella stanza, apre le finestre e prepara le magliette. Ognuno con la sua: tutti, con gli stessi colori.

La partita inizia a casa, tra il salotto e il corridoio: i sogni e le speranze, l'attesa e l'emozione. Stefano ha piantato i semi di un amore antico, a sua volta educato dall'affetto di suo papà e di suo nonno: l'imprinting a San Siro, anni fa, tre generazioni per mano, unite da un filo nerazzurro.

Vestiti di tutto punto: impossibile non indossare questi colori, è una divisa portata con orgoglio fin da piccoli, che rappresenta il primo amore. La conoscenza della materia è altissima: i nomi della formazioni scanditi in anticipo, in un gioco di famiglia che non ammette intrusioni.

Il panino nel piazzale dello stadio è una tradizione e al momento stesso un'altra occasione di aggrapparsi alla figura di papà, che prepara Andrea, Annamaria e Giorgio: si entra nel tempio, insieme, mano nella mano. È famiglia, è passione, è amore tramandato ai propri figli. I seggiolini di San Siro, la palla che rotola, il cuore che batte. Papà, grazie per avermi fatto diventare interista!