Inter Campus nel Rio Grande do Norte

Il primo nucleo del Rio Grande do Norte è tra i più longevi del Brasile: da un campetto lungo la spiaggia ci si era spostati nel Centro Sportivo G. Facchetti, una struttura realizzata dalla Fondazione Vida a Pititinga grazie agli sforzi di un gruppetto di italiani generosi e innamorati di queste terre. Oggi, purtroppo, i bambini di Pititinga sono alla ricerca di uno spazio stabile in cui allenarsi: con la struttura temporaneamente inagibile, si utilizza un vecchio campetto oggi però adibito anche a parcheggio. E allora, se le macchine diventano troppe, bisogna spostarsi. La spiaggia lì accoglie secondo le maree, talvolta nella sabbia soffice, che permette di sperimentare acrobazie, colpi di testa e rovesciate, altre sul bagnasciuga più duro, simile alla terra battuta.

In questo andirivieni fortunato di spazi, manca però un riferimento fisso, capace di creare affiatamento e senso di appartenenza. Per questo la Fondazione è già in pista, inseguendo finanziamenti e opportunità che permettano ai bambini di ritrovarsi uniti, anche in un piccolo villaggio come Pititinga che per sua stessa natura facilita lo stare insieme.

Campo stabile, seppur senza reti, a Maracajau. Per via delle intemperie - e degli anni - la rete metallica attorno al campo è in buona parte sparita, lasciando uscire i palloni ad ogni tiro. Per questo, oggi le porte sono posizionate sui lati lunghi, dove le recinzioni sono ancora intatte. Il campo resta così punto di riferimento per l’intero villaggio e dopo i bambini di Inter Campus si assiepano ragazzi e adolescenti pronti a correre.

Comunità che si stringe attorno alla “quadra”, come la chiamano qui, anche a Vila Punau, piccolo centro abitato nell’interiore dello Stato. Il gruppo di Inter Campus, tra cui anche tante bambine, è affiatato nella sua semplicità. Un clima positivo di unione e rispetto, per chi sa giocare e per chi ancora deve imparare, sotto la grande tettoia che ripara dal caldo afoso e dalle intemperie.

Un luogo, il campo di calcio, in cui nascono amicizie e si si sorride, imparando non solo i gesti tecnici, ma la capacità di stare insieme e sentirsi famiglia nella squadra. Anche da qui passa l’identità delle future generazioni.