Alla festa dello sport in Uganda



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11 lug 2016
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Dai vestiti realizzati con materiale di recupero alle gare di peeling matoke: a Nagallama lo sport si mescola alle tradizioni locali


NAGALLAMA - Bisogna passare in rassegna le classi scolastiche! Prima l'inno nazionale, poi - con l'adatto accompagnamento di una marcetta allegra - passiamo davanti alle classi scolastiche schierate sull'attenti a mo' di parata e ne approfittiamo per far promettere ai ragazzi e alle ragazze della scuola che saranno bravi studenti e cittadini. Rispondono in coro: 'I promise, I promise, I promise'. E' il modo insolito e curioso con cui si conclude la visita di Inter Campus a Naggalama, in Uganda.

I primi giorni nel nord del Paese, ad Aber, ci avevano presentato una realtà un po' dismessa perché il cambio di tutti gli insegnanti della scuola locale aveva ostacolato la continuazione delle attività, a riprova del fatto che il nostro lavoro non può mai riposare sugli allori. L'arrivo a Nagallama, invece, per una strana e felice dialettica, è esplosivo di bambini, colori, suoni. Partecipiamo come ospiti d'onore alla festa dello sport, che coinvolge tutti i bambini della scuola e le loro famiglie in un grande evento di competizioni sportive e ludiche. Difatti, a fianco delle classiche gare di staffetta, corsa, calcio, assistiamo con gran divertimento alle sfide più fantasiose: gara di shopping (si dà ai bambini di 6 anni una lista di oggetti da raccogliere in un finto negozio, per insegnargli a fare la spesa), gara di fashion (le bambine sfilano con vestiti fatti da loro con materiale povero come sacchi di juta o foglie di banano), gara di 'peeling matoke', con le donne anziane a giudicare le più brave a tagliare e preparare i frutti del platano, gare di corsa con la bottiglia in equilibrio sulla testa, a carriola oppure facendo ruotare un hoola-hoop. Insomma, tante divertentissime prove che suscitano l'ilarità e la partecipazione del folto pubblico.

Come detto, si finisce con una visita di saluto alle classi, gestita in modo ironico e coinvolgente: convinciamo tutti a cantare insieme l'inno nerazzurro, sulle note di 'Pazza Inter, amala!'. Ci incamminiamo così verso l'auto che ci conduce direttamente all'aeroporto, con il conforto delle preghiere garantite di ottocento bambini per la salute e il buon viaggio. Più sicuri di così...


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