Inter - Borussia Mönchengladbach 2 - 2, match review



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22 ott 2020

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Gli highlights e l'analisi tattico-statistica del match di Champions League


MILANO - Lo ha detto chiaramente anche il nostro mister al termine del match: questo pareggio non ha nulla a che vedere con il pari dell'anno scorso, al debutto in Champions League, contro lo Slavia Praga. No, davvero non ci sono somiglianze, se non per il pareggio acciuffato dai nerazzurri nei minuti finale, questa volta grazie a Lukaku. Perché se nel settembre 2019 il cammino europeo iniziò con una prestazione zoppicante, questa volta i nerazzurri - al netto di defezioni dell'ultimo minuto e di assenze - hanno condotto il match, hanno collezionato occasioni, hanno concesso pochissimo. Vero, però, che da San Siro l'Inter esce con un solo punto. Ma la proposta del Borussia di Rose è stata pressoché nulla: 2 tiri in porta, 2 gol. Situazioni nate da disattenzioni nerazzurre, in un match che è stato ostico, senza dubbio, ma che l'Inter ha provato a domare, riuscendoci solo in parte.

Dal possesso palla (57%) alle conclusioni (17 contro 6), dalla precisione nei passaggi (86% a 78%) ai contrasti vinti (87,5% a 57%), il dominio dell'Inter si evince dai numeri ma anche dalla qualità di tante giocate che, purtroppo, non hanno avuto fortuna. Il palo colpito da Lautaro ancora trema e racchiude tanto del significato del match di San Siro: la volontà di costruire, l'ottima prova di Darmian sulla fascia destra, la fame dei nostri giocatori unita alla classe, la sfortuna di una serata no. Perché il gesto di Lautaro, entrato nella ripresa per Sanchez, è poesia a cui manca solo la rima giusta per essere perfetta.

L'Inter ha giocato, come detto, sfruttando la verve di Darmian, all'esordio assoluto. Conte ha dovuto fare a meno di Hakimi a poche ore dal fischio d'inizio, ma l'ex difensore di Manchester United e Parma si è calato alla perfezione negli automatismi del sistema nerazzurro, offrendo corsa, inserimenti, conclusioni (ben quattro, tre pericolossisime) e contribuendo in maniera determinante a entrambi i gol. Non solo ha solcato la fascia, ma ha occupato con costanza anche l'area di rigore con tempismo e pericolosità.

Lo sbocco sulle fasce, con Perisic coinvolto soprattutto nel primo tempo, è stato schema necessario per aggirare il blocco compatto dei tedeschi, capaci di restare corti e fitti e di soffocare la manovra nerazzurra. Eriksen (quattro conclusioni), nel primo tempo ha provato con vivacità e giocate a sparigliare l'equilibrio. Lukaku si è addossato, come sempre, il peso dell'attacco ergendosi a punto di riferimento, con 14 duelli.

La partita è stata strana perché ha visto uno dei migliori, Vidal, incappare in due episodi chiave per i gol del Borussia: il cileno ha chiuso con 21 duelli totali, dei quali il 62% vinti; 7 contrasti, 6 intercetti, 9 possessi guadagnati. Ma il contributo è stato dato come sempre da tutti: pensiamo a Kolarov, che ha calciato il corner dal quale è scaturito il pareggio e che in pieno recupero ha sfiorato il gol vittoria su punizione. O Bastoni, rientrato dopo lo stop forzato, e fondamentale nel generare l'assist - con un imperioso stacco di testa - per il 2-2 di Lukaku.


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