Inter - Barcellona 1 - 2, match review
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— 11 dic 20192 MIN DI LETTURA
Nerazzurri sconfitti a San Siro dai blaugrana: terzo posto nel girone
MILANO - Cinismo e precisione. Doti che spesso hanno accompagnato l'Inter in questo avvio di stagione. Sono venute a mancare nel momento decisivo, quello di massimo sforzo. Una sconfitta per 1-2 che ci fa male, ci elimina dalla Champions League e che ci lascia l'amarezza per un cammino bacato dalla rimonta subita a Dortmund e dalle innumerevoli occasioni sfiorate.
Il ritmo del Barcellona non è stato alto: Valverde ha proposto un 3-4-1-2 che ha puntato a soffocare la costruzione di gioco di Brozovic, per poi sfruttare le accelerazioni di Carles Perez, scatenato al suo debutto in Champions League. L'Inter ha giocato un match gagliardo, a tratti arrembante nel primo tempo. Aggressione, proposta offensiva con l'aiuto di centrocampisti ed esterni.
18 tiri, 8 in totale nello specchio, 4 per tempo. Un gol, di Lukaku; tre annullati per fuorigioco. L'Inter ha duellato a centrocampo, dove Brozovic, pur giocando la solita quantità di palloni (82), è stato chiuso nella morsa blaugrana, con il giovane Alena che ha catalizzato la maggior parte delle azioni degli ospiti. Non aveva bisogno di un ritmo elevato, il Barcellona. Si è limitato, per così dire, a giocare a memoria pur con interpreti differenti dal solito e con un modulo inedito: gli scambi nello stretto e le giocate improvvise hanno creato qualche difficoltà all'Inter. Il più attivo è stato Carles Perez, autore del primo gol e autentica spina: scatti negli spazi, tiri pericolosi col mancino.
L'apporto alla manovra nerazzurra ha visto il contributo dei difensori, con Godin, Skriniar (13 possessi guardagnati) e De Vrij molto aggressivi. La produzione offensiva è passata, come sempre, dai duelli di Lautaro Martinez e Romelu Lukaku. Il Toro, in particolare, ha lavorato in profondità, spalle alla porta, indirizzando le giocate offensive della squadra, senza temere gli uno contro uno con i giganti della difesa del Barcellona. L'argentino ha concluso quattro volte in porta, ha trovato due gol annullati, ha servito l'assist a Lukaku. La coppia nerazzurra ha segnato le ultime sette reti dell'Inter: tre per il belga, quattro per l'argentino. Un lavoro enorme, che ha visto qualche intoppo in zona conclusiva, per questioni probabilmente da iimputare a eccessiva voglia, frenesia, stanchezza e sfortuna.
Il grande sforzo nerazzurro non è bastato, ma il pubblico ha tributato il giusto omaggio a una squadra che ha davvero dato tutto, fino all'ultimo, anche dopo la rete di Ansu Fati, il più giovane marcatore nella storia della Champions League (17 anni e 40 giorni). Ci resta un'identità forte di squadra, l'appoggio totale del pubblico, un cammino in campionato tutto da scrivere, una Coppa Italia alla quale aspirare e, lunedì, il sorteggio di Europa League.