Borussia - Inter: la partita della lattina | EURO NIGHTS, il podcast



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29 nov 2020

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Puntata speciale per ripercorrere una delle vicende più incredibili della storia nerazzurra con le voci dei protagonisti: Boninsegna, Bedin, Bordon, Burgnich e il figlio dell'avvocato Prisco


Ci sono partite che hanno un valore che prescinde dalla gloria del campo. Partite che sono destinate ad entrare nella storia per motivi che vanno oltre il calcio giocato. Una di quelle, anzi tre, l’Inter le ha disputate ad inizio anni ’70 contro quella che veniva definita la “squadra del secolo”.

Inizia così, e non poteva essere altrimenti, la puntata speciale di Euro Nights, il podcast che ci accompagna verso le notti europee. Borussia Mönchengladbach-Inter è una partita che accende una lampadina brillante e potente nelle menti di qualsiasi appassionato. Perché quella partita significa un incontro a suo modo storico e simbolico: Borussia Mönchengladbach-Inter 7-1, 20 ottobre 1971. Un match cancellato dai libri della storia del calcio.

Il racconto è noto ai più, ma lo ripercorriamo passo passo, a poche ore dalla sfida di Champions League, nella puntata del Podcast, con le voci dei diretti protagonisti. Sono il figlio dell'avvocato Prisco e poi Ivano Bordon, Tarcisio Burgnich, Roberto Boninsegna e Gianfranco Bedin a riportarci indietro di 50 anni, a quell'ottobre, alla famosa PARTITA DELLA LATTINA, al ricorso, alla ripetizione del match, alla vittoria a San Siro e all'incredibile battaglia legale, appunto, dell'avvocato nerazzurro.

Ascolta "EURO NIGHTS Ep. 03 | Borussia, Inter e le partite della lattina" su Spreaker.

Il 20 ottobre 1971 l'Inter affronta il Borussia bi-campione di Germania in carica al Bokelbergstadion davanti a 27mila spettatori, 5mila dei quali italiani. Si tratta dell'andata degli ottavi di finale di Coppa dei Campioni. Dopo 21 minuti di gioco i tedeschi sono avanti 2-1, per l'Inter segna Boninsegna. Al 29' il fatto che sconvolse l'edizione di quella competizione: Boninsegna, nei pressi del fallo laterale, viene colpito in testa da una lattina di Coca-Cola lanciata dagli spalti. Finisce a terra sotto gli occhi attenti dell'arbitro, l'olandese Dorpmans, rappresentante di bibite. Il clima è infuocato, Boninsegna esce in barella e di fatto l'Inter rimane bloccata dall'incredibile episodio. A fine primo tempo, con Lido Vieri portiere nerazzurro in evidente confusione, il Borussia è avanti 5-1. Fuori Vieri, entra il giovane Ivano Bordon, ma  la ripresa è un calvario: prima Jair si fa male a sostituzioni esaurite, con l'Inter che rimane in 10. Poi il direttore di gara espelle Corso, per un presunto calcio del mancino nerazzurro proprio al direttore di gara. Inter in 9 e sconfitta 7-1.

La giurisprudenza sportiva italiana, in casi di questo genere - legati alla responsabilità oggettiva su fatti influenti sul regolare sviluppo della partita - era chiara, mentre quella dell'Uefa presentava lacune e non aveva precedenti in tal senso. L'avvocato Peppino Prisco mette in campo tutta la sua professionalità e la commissione disciplinare si riunisce a Ginevra analizzando il caso. il verdetto è senza precedenti: partita annullata e da ripetere in campo neutro, un turno di squalifica al campo del Borussia, multa alla società di 10mila franchi svizzeri. Contestualmente, confermata la gara di ritorno a San Siro per il 3 novembre che, di fatto, diventa il match di andata.

A San Siro il clima è infuocato, l'Inter vince 4-2 grazie ai gol di Bellugi, Boninsegna, Jair e Ghio. È un match a suo modo epico, con Burgnich che gioca con un taglio al tallone e con i tedeschi che pensano già al ricorso presso la commissione disciplinare. L'unica concessione che ottengono è che il match di ritorno non si giochi a Berna ma a Berlino. Così all'Olympiastadion si disputa il terzo incontro tra Borussia e Inter in un mese.

86mila spettatore, dispiegamento di polizia, giornalisti e televisioni praticamente da finale dei mondiali. Come se fosse il proseguimento di Italia-Germania di Messico 70, tutti gli occhi sono su Berlino. E lì l'eroe diventa il giovane Bordon, che para il rigore a Sieloff in un match che finirà 0-0, qualificando i nerazzurri ai quarti.

“Mi sento come se avessi parato sette palle gol”, disse Peppino dopo la sentenza. Ma in realtà fece molto di più perché, di fatto, lasciò un segno nella storia del diritto sportivo internazionale.

QUI TUTTI I LINK PER ASCOLTARE SUBITO LA PUNTATA 

Inter.it: https://bit.ly/2HobPjiSpreakerhttps://bit.ly/3lhxsjiSpotifyhttps://spoti.fi/36g3uaZGooglehttps://bit.ly/3od1tTjApple: https://apple.co/33uxjCT


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