Inter e Rapid Vienna, tutto in due notti



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13 feb 2019
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Quasi 30 anni dopo i nerazzurri ritrovano gli austriaci: nella doppia sfida dell'Inter del Trap sfilarono Matthaus, Berti e Klinsmann


MILANO - In un preciso momento storico può accadere che in una singola partita succeda tutto questo:

  • la rete dello 0-2 (regolare) venga annullata per fuorigioco  

  • l'autore del gol del vantaggio debba lasciare il campo per un infortunio al ginocchio  

  • gli avversari rimontino il risultato  

  • a 15 minuti dalla fine il fresco campione del mondo, autore del rigore decisivo della finale mondiale, sbagli il penalty del possibile pareggio  

  • il portiere lasci il campo con una vistosa fasciatura alla mano

Questa è una partita che ha fatto la storia. Questo fu l'esordio della cavalcata che si chiuse a Roma con l'Inter pronta ad alzare la sua prima Coppa Uefa. Era il 19 settembre del 1990 e sulla panchina nerazzurra sedeva Giovanni Trapattoni. Il vantaggio lo segnò Matthaus, che poi dovette lasciare il campo per un infortunio al ginocchio a seguito di un contrasto di gioco. Il gol annullato lo mise a segno Klinsmann. Il rigore lo sbagliò Brehme. Il match finì 2-1 per i padroni di casa. Zenga uscì dal campo dolorante ma sicuro di ribaltare il risultato in casa.

Quella sera l'avversario si chiamava Rapid Vienna, una squadra fisica, che aveva cominciato la preparazione con 6 settimane di anticipo rispetto all'Inter del Trap e che riuscì a schiacciare nella sua metà campo i nerazzurri rimasti senza la corsa e le giocate del loro numero 10.

Al ritorno però fu tutta un'altra storia.

Se all'andata i tedeschi dell'Inter avevano trascorso una serata 'maledetta', al ritorno fu l'altra anima, quella italiana, italianissima di Nicola Berti a innescare la prima di una serie di rimonte storiche:

"In Austria ho lasciato il segno più di una volta. Al Prater ho segnato prima con la Nazionale, poi nella finale di andata della Coppa Uefa 93/94, contro il Casino Salisburgo. Mi avevano promesso in dono le Mozartkugel (meglio conosciute come 'palle di Mozart') ma non le ho mai ricevute (ride, ndr). In quella corsa alla Coppa Uefa però fui l'uomo del ritorno, delle rimonte, a partire dal match che si giocò al Bentegodi proprio contro il Rapid Vienna".

"Sapevamo di non poter perdere contro di loro. All'andata avevano sfruttato la loro fisicità, al ritorno dovevamo superarli con la nostra tecnica e il nostro orgoglio. In quella partita ho fatto due gol atipici, non di inserimenti ma di appoggi, non propriamente 'alla Berti'. Sono stati gol dalla distanza, di forza e potenza".

"Gli assist? Entrambi di Serena, ma poi io ho ricambiato più volte il favore".

A rendere tutto più poetico il gol del Rapid e i supplementari. Qui i protagonisti cambiano. Serena per Bianchi, finta e filtrante per Klinsmann e tunnel al portiere per il passaggio del turno.

Giovedì l'Inter sarà di nuovo di scena a Vienna, di fronte ancora il Rapid, quasi trenta anni dopo una serata che sia Berti che Matthaus ricordano ancora bene.

 

 


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