COMO, ITALY - OCTOBER 03: Head Coach Cristian Chivu of FC Internazionale attends during the FC Internazionale press conference at BPER Training Centre at Appiano Gentile on October 03, 2025 in Como, Italy. (Photo by Mattia Pistoia - Inter/Inter via Getty Images)

Chivu: "Serve la gara perfetta. Stiamo facendo una grande stagione"



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Le parole del tecnico nerazzurro alla vigilia della sfida contro il Genoa, valida per la 15ª giornata di Serie A


L'Inter si prepara a tornare in campo: i nerazzurri domani alle 18:00 sfideranno il Genoa, nel match valido per la quindicesima giornata di campionato. Alla vigilia della partita, al BPER Training Centre di Appiano Gentile, Cristian Chivu in conferenza stampa ha risposto alle domande dei giornalisti.

All’Inter servirà la partita perfetta. Che tipo di gara dovrà essere contro un Genoa in fiducia, sostenuto dal proprio pubblico? "Dovrà essere una partita perfetta dal punto di vista dell’atteggiamento, della voglia e dell’approccio. Affrontiamo una squadra che sta bene, che con il nuovo allenatore ha ritrovato entusiasmo e punti. Andare a Genova non è mai stato semplice per l’Inter, quindi servirà una gara completa, sotto tutti i punti di vista, dando tutto quello che si ha".

Dopo il rigore contro il Liverpool si è detto molto. Come ha vissuto questi giorni e cosa rappresenta la sfida di Genova? "Con la stessa serenità che abbiamo avuto fin dall’inizio della stagione. Siamo consapevoli del lavoro che stiamo facendo. Spesso la realtà del campo è diversa da quella raccontata fuori. In campo dobbiamo sempre dare il massimo, aggiungendo attenzione, qualità, organizzazione, responsabilità, passione e anche divertimento. Stiamo facendo una grande stagione, con alti e bassi. Stiamo lavorando per eliminare quei momenti negativi e i risultati si vedono nelle prestazioni, non solo nei punteggi".

Sta affrontando allenatori come De Rossi, Fabregas, Palladino. Siete la nuova generazione della Serie A: cosa state portando di nuovo? E "Sulla comunicazione dovete giudicare voi. Noi abbiamo soprattutto l’umiltà di imparare da chi ha più esperienza. Cerchiamo di prendere qualcosa da tutti, in Italia e all’estero, sia dal punto di vista tattico che umano. De Rossi è una persona che stimo molto. Abbiamo condiviso quattro anni meravigliosi alla Roma. Ha un’intelligenza emotiva, calcistica e umana fuori dal comune. È sempre stato un leader, anche quando non indossava la fascia. È una persona vera, leale, onesta. Ho un ricordo bellissimo di lui".

Dopo le ultime sconfitte la squadra ha giocato bene ma raccolto poco. Come ha lavorato sull’aspetto mentale? "Dobbiamo continuare con fiducia e determinazione, correggendo piccoli errori ma senza perdere la consapevolezza di stare facendo una grande stagione. In 21 partite sotto la mia gestione non abbiamo mai sbagliato completamente una gara. Forse solo al Mondiale per Club abbiamo sbagliato due tempi. Questo dà fiducia e consapevolezza: il gruppo ha voglia di essere dominante e di proseguire il proprio percorso verso gli obiettivi. La realtà del campo è ben diversa da quello che qualcuno dice".

Cosa chiede alla squadra per fare l’ultimo passo verso una mentalità davvero vincente? "Conta soprattutto la loro percezione e la loro voglia. Siamo partiti con molti dubbi addosso, qualcuno ci dava per finiti, ma siamo ancora qui grazie al lavoro, al gruppo e alla personalità. Non era scontato dopo l’estate. Abbiamo ancora margini di miglioramento, ma non abbiamo mai voluto perdere la nostra identità, la fame e la voglia di essere dominanti in Italia e in Europa. Siamo sulla strada giusta".

Perché l’Inter non è mai riuscita a rimontare dopo essere andata sotto? "Ci sono sempre gli episodi. Abbiamo sbagliato due tempi: il primo con l’Udinese e il secondo a Napoli. Per il resto la squadra ha sempre cercato di essere dominante e propositiva, senza speculare. Cercheremo di migliorare, senza perdere la nostra identità".

Dopo la gara dispendiosa col Como, era possibile ripetere la stessa intensità contro il Liverpool? "Contro il Liverpool abbiamo aggiunto qualcosa in più rispetto al Como. L’avversario era diverso, con maggiore esperienza e qualità individuale. Ma non siamo stati inferiori nell’atteggiamento e nel gioco. In Champions è normale che il livello sia più alto. Col Como vinci, col Liverpool no, ma mi prendo tutto il buono visto in entrambe le partite".

Sente critiche e pressioni sul suo modo di interpretare il gioco? "Non ho sassolini da togliermi dalle scarpe. Parlo di fatti. Le aspettative sull’Inter sono sempre altissime, si deve vincere sempre ed è giusto così. Io però valuto il percorso, la crescita e ciò che portiamo in campo. Non mi piacciono le etichette, e sull’Inter se ne mettono troppe".

Come stanno i giocatori? Ci sono indisponibili? "Gli indisponibili sono quelli noti: Acerbi e Calhanoglu. Mancheranno poi anche Darmian, Dumfries, Palacios e Di Gennaro".

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