Match review, Torino - Inter 0 - 3



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24 nov 2019

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Undicesimo successo in campionato per i nerazzurri


TORINO - Come una macchina che sa viaggiare sui terreni più disparati, compresi quelli paludosi. L'Inter di Antonio Conte torna dallo Stadio Olimpico Grande Torino con tre gol, tre punti, tanta pioggia, la preoccupazione per le condizioni di Nicolò Barella ma una grande e inscalfibile certezza: questa squadra dà tutto, sempre. In casa o fuori, col sole o sotto il diluvio. 

Intanto i numeri, preziosi alleati, che raccontano in maniera precisa ed esatta lo stato di salute della squadra e i traguardi, seppur parziali, che man mano vengono raggiunti. Dopo 13 giornate l'Inter ha 34 punti, con 11 partite: il miglior avvio della storia nerazzurra, eguagliato quello della stagione 1950/1951. Tredici partite con sette trasferte, tutte vinte, e soprattutto andando in gol in ogni partita: nuovi primati. Chi invece viene raggiunto è Istvan Nyers, straordinario giocatore nerazzurro a cavallo tra gli anni 40 e 50: 10 gol nelle prime 13 partite con la maglia dell'Inter in Serie A, esattamente come Romelu Lukaku, a segno a Torino con un destro chirurgico. Implacabile.

Statistiche e dati impressionanti, che vanno ad aggiungersi ai numeri che descrivono il match di Torino. Vanno letti ed interpretati, però, alla luce delle condizioni di gioco. Un campo zuppo e pesante, che ha per forza di cose ridotto le percentuali di precisione passaggi e il numero di tiri in porta (ma anche dei cross su azione: 41 del Torino, 6 per l'Inter), ma che non ha annacquato l'efficacia degli attacchi dei nerazzurri. Basti pensare alla ferocia di Lautaro Martinez: nono gol stagionale, l'ottavo realizzato nella prima mezzora di gara. Segnale di una volontà precisa, quella di voler azzannare il match. 

L'Inter ha deciso di adottare un baricentro ben più basso rispetto al solito e di azzardare meno uscite palla al piede da dietro: le condizioni del terreno di gioco sconsigliavano la costruzione bassa. Così la scelta, vincente, è stata quella di andare ad aggredire la linea del Torino in campo aperto: con lanci in profondità o con ripartenze letali.

Chi ha letteralmente condotto per mano la squadra è stato Marcelo Brozovic. Si è sdoppiato - prima nella consueta posizione centrale, poi mezzala -, ha percorso i suoi canonici 12 chilometri e non si è fatto impressionare dal campo pesante: 85 palloni giocati, 34 passaggi effettuati nella metà campo offensiva, 3 cross, l'assist per il gol di Lukaku. Mente libera, gambe rodate, brillantezza e giocate super. La partita del croato è stata esemplare.

Ma nel match nerazzurro hanno spiccato tutti: chi per abnegazione, chi per consistenza (pensiamo ai 12 chilometri e ai 20 duelli di Matias Vecino). E chi per freddezza: de Vrij ha trovato il suo primo gol stagionale, dopo i tre assist forniti. Lukaku ha timbrato il 3-0 e sfiorato il 4-0, in una partita che l'ha visto protagonista di ben 11 recuperi. Non solo il dolce del gol, quindi, ma anche la fatica di andare a lottare per la squadra.

Lo spirito, esatto, di un gruppo che non vuole lasciare nulla al caso, che ha la sicurezza delle mani salde del suo portiere (e il mister ha esaltato il clean sheet) e che ora si proietta verso l'importante sfida di Praga. Con voglia e convinzione. #ForzaInter!


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