Inter - Sampdoria 2 - 1, match review



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22 giu 2020

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Vittoria nerazzurra al ritorno in campo in Serie A: Eriksen protagonista


MILANO - Aristide Guarneri, ricordando il suo compagno di squadra Mario Corso, ha tratteggiato con poche e semplici parole il calcio unico ed esclusivo che veniva prodotto dai piedi, ops, dal piede sinistro, del numero 11 più famoso della storia nerazzurra: "Illuminava il gioco, perché era sempre un passo avanti agli altri. Lui faceva arrivare con un passaggio palloni che, altrimenti, avrebbero fatto dei giri più lunghi". Semplificare il gioco con giocate complicate, ma efficaci, sebbene rischiose. Son le caratteristiche dei grandi fantasisti, di coloro che vedono spazi e giocate apparentemente nascosti. Ci piace pensare che, nella prima partita di Serie A dopo il lockdown e proprio nel match in cui si è ricordato la figura di Mario Corso, un nerazzurro abbia ispirato il gioco di tutta la squadra un po' come avrebbe fatto la leggenda nerazzurra scomparsa sabato.

Facilitare il gioco dei compagni, ispirare le giocate, nutrire la manovra offensiva. Christian Eriksen, contro la Sampdoria, ha dato un saggio delle sue qualità nella posizione che Antonio Conte gli ha cucito addosso: trequartista con Gagliardini e Barella alle spalle. Ma è stato lo stesso Eriksen, a fine partita, a spiegare come i movimenti di Lukaku e Lautaro contribuiscano a rendere più incisivo il suo gioco. Un gol dopo meno di due minuti, annullato per il fuorigioco di partenza di Candreva. Poi l'assist (il primo in Serie A) di sinistro, di prima intenzione, per Lukaku. Questo il biglietto da visita nei primi dieci minuti di un match che possiamo analizzare sotto vari aspetti.

A leggere il tabellino della gara, come spesso accade il calciatore nerazzurro che ha gestito la mole più importante di palloni è stato Bastoni, che, come Skriniar, è sempre molto coinvolto nella costruzione e a volte anche nella fase di rifinitura dell'azione. Se il centrale mancino ha chiuso il match con 105 passaggi tentati, ecco che il dato dei palloni toccati da Eriksen quasi impallidisce al confronto: 49. Ma di questi, ben 41 sono passaggi completati, 5 i cross, 4 le occasioni create, 1 l'assist, 6 i palloni recuperati, ben 5 le conclusioni. Un match totale, che lo ha visto protagonista nella zona centrale a ridosso delle punte ma anche uomo a tutto campo, con diversi palloni gestiti nella metà campo bassa, sul centro-sinistra, fino a spingersi al largo sulle fasce per dettare le sovrapposizioni. Non solo: Eriksen è stato il giocatore del match che ha prodotto la velocità media più alta in campo (8,2 km/h).

Come detto il suo lavoro è stato facilitato dalla grande capacità di Lautaro Martinez e Romelu Lukaku di scardinare le difese avversarie giocando in profondità e in appoggio, costringendo i centrali della Sampdoria a un lavoro massacrante. Compito dispendioso, quello delle punte nerazzurre, che ovviamente è andato affievolendosi con il passare dei minuti ma che ha portato, soprattutto nel primo tempo, a far sì che l'Inter dominasse per lunghi tratti il match:  11 tiri a 2 nel primo tempo, un possesso palla finale del 72%, 635 passaggi contro i soli 245 della Sampdoria

La squadra di Ranieri non ha avuto forza e coraggio nel primo tempo per aggredire i nerazzurri: il 3-5-2 si è afflosciato in un 5-3-2 poi corretto in corsa con un 4-5-1 che ha dato più soluzioni alla squadra ospite. Che nella ripresa è cresciuta, ha trovato il gol e ha tenuto in apprensione i nerazzurri nel finale di gara, senza mai impensierire per davvero Handanovic, bravissimo a disinnescare la punizione nel finale di Leris, unica vera occasione per il potenziale pareggio.

Il match, come molte volte in stagione, è stato indirizzato dai gol arrivati nei minuti iniziali: una dolce abitudine per l'Inter, al sesto gol in campionato nel primo quarto d'ora (un primato, con la Lazio). Lautaro è lo specialista dei gol precoci, 10 delle sue 12 reti sono arrivate nei primi tempi. Per Lukaku, invece, 18esimo gol in campionato: é il quarto giocatore dell'Inter che negli ultimi 30 anni riesce a segnare almeno 18 gol nel suo primo campionato di A in nerazzurro, dopo Milito nel 2009/10, Ronaldo nel 1997/98 e Ruben Sosa nel 1992/93.

La ripresa nerazzurra è stata meno efficace rispetto al primo tempo: la Samp è cresciuta pur mantenendo una percentuale inferiore al 30% del possesso palla e di base costruendo poco. I cambi di Conte hanno dato lo sprint per congelare il risultato.


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