“Inter Calling” con Veron e Cordoba



Legends

5 mag 2020

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Una chiacchierata tra ricordi e curiosità sulla storia in nerazzurro dell’ex difensore e centrocampista


MILANO – L’elevazione di Ivan Cordoba, la precisione dei lanci di Juan Sebastian Veron. Il difensore colombiano e il centrocampista argentino hanno due storie di calcio, passione e vittorie.

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Le loro carriere si sono incrociate all’Inter e insieme i due ex nerazzurri sono stati protagonisti del quarto appuntamento di Inter Calling:

Cordoba: “Da quando sono arrivato all’Inter ci sono stati cambiamenti, con Cuper abbiamo cominciato a creare qualcosa di diverso, a cercare obiettivi importanti, lì si sono gettate le basi per un’Inter che potesse vincere con continuità. Ogni volta che penso a Veron mi viene in mente quel gol a Torino contro la Juventus in Supercoppa, il nostro secondo trofeo importante dopo aver vinto la Coppa Italia dopo tanti anni. Vincendo quella Coppa ci siamo detti che dovevamo continuare a vincere e la partita in Supercoppa poi è stata pazzesca”

Veron: “io sono arrivato con Mancini, conoscevo l’Inter e la sua storia, il nostro obiettivo era fare un gruppo vincente. Quello che è successo dopo è stato tutto meritato, frutto di un calcio nobile. Ci sono stati molti allenatori e giocatori intelligenti che hanno permesso di costruire un altro pezzo di storia della società. In quel gruppo c’era molto carattere, molta solidarietà e rispetto e quando c’è quello puoi intuire che qualcosa sta nascendo”.

Tanti i giocatori di talento che hanno fatto parte di quel gruppo:

Veron: “Per me in quel momento c’era molto movimento a centrocampo e giocatori con diverse caratteristiche, che arrivavano al gol, che avevano fantasia. Una squadra deve avere un buon portiere, buoni difensori e chi sta davanti deve segnare e nel nostro centrocampo era così, c’era un po’ di tutto. La storia si scrive sul campo, io sono felicissimo di aver fatto parte di una grande squadra e società”. Il giocatore più divertente? “Uno era Christian Vieri, l’altro Kily Gonzalez ma per vincere devi avere anche giocatori un po’ “matti”, nella squadra ci deve essere un po’ di tutto. Poi c’erano Toldo, Materazzi e gli altri”.

Cordoba: “C’erano Recoba, Mihajlovic, Veron, quindi noi dovevamo fare gol. Veron per noi difensori era un punto di riferimento perché appena recuperavamo la palla si faceva vedere e cominciava a smistare il gioco.Il carattere forte dei giocatori che vogliono sempre vincere fa la differenza, come quando da piccoli si giocava per strada. Essere competitivi anche in allenamento serve alla squadra per essere sempre pronta a vincere insieme anche in partita, perché ognuno lotti sempre anche per l’altro.

L’elevazione di Cordoba e la precisione nel tiro di Veron sono doti naturali coltivate grazie al duro lavoro e alla passione per il calcio:

Veron: “I miei lanci di 70 metri? Sono caratteristiche innate e che migliorano stando sempre con il pallone, continuando a calciare, allenandosi negli anni per migliorarle. Io non avevo il dribbling di Figo o l’elevazione di Cordoba ma sapevo colpire bene il pallone con i miei lanci lunghi. Calciare il pallone contro il muro, piano e forte, in diverse maniere serve tantissimo, quando mio padre mi portava ad allenarmi lo facevo sempre e ho continuato a farlo negli anni”:

Cordoba: “La mia elevazione è una dote naturale che poi ho migliorato. Da piccolo ero sempre per strada a giocare e saltavo sempre, quando ho cominciato ad allenarmi hanno intuito questa mia predisposizione e il mio primo mister ha cominciato a darmi degli esercizi specifici come quello di appendere in alto un pallone e cercare di colpirlo di testa. Un’altra cosa che mi ha aiutato è stato il lavoro sulle caviglie, facevo tante ripetute di forza che mi aiutavano ad aumentare la potenza”.

Diverse le partite rimaste nel cuore dei due ex nerazzurri:

Cordoba: “Ci sono tante partite che hanno un significato speciale, per me ha tanto valore la prima Coppa Italia perché ci siamo tolti un peso e da lì abbiamo capito che potevamo vincere ancora. Abbiamo festeggiato come se fosse stata una vittoria di Champions League. Barcellona-Inter è stata una gara infinita, da quando hanno espulso Thiago Motta quella partita è durata un giorno. È stato difficile, però al fischio finale è stato tutto bellissimo, sono dei momenti che ti rimangono per sempre nella memoria. Doveva andare così, quelle semifinali ci hanno reso ancora più forti, in quelle partite è vero che i dettagli fanno la differenza”

Veron: “In ogni carriera ci sono partite che avrebbero potuto cambiare la carriera di un giocatore. Anche per me quella prima Coppa Italia è stato un primo mattone importantissimo per quello che poi è stato”.


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