Conte: "Nella storia entra chi vince: dimostriamo di volere la coppa più dei nostri avversari"



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20 ago 2020

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Le parole dell'allenatore nerazzurro alla vigilia di Siviglia-Inter, finale di Europa League


COLONIA - È la vigilia della finale di Europa League. L'Inter è attesa dal grande appuntamento con il Siviglia allo Stadion Köln venerdì alle 21. Il nostro mister Antonio Conte ha risposto alle domande dei giornalisti.

In carriera ha giocato diverse finali, vincendole. In questa squadra, invece, non ci sono molti giocatori abituati a disputare una finale. Cosa trasmetterà loro? "Sicuramente da calciatore ho giocato tante finali, le ho vinte ma le ho anche perse. La gente si ricorda solo di quando vinci: ho vinto una Champions League, ma ne ho perse anche tre. Nella storia rimangono le vittorie. Per questo ci devono essere entusiasmo e positività: abbiamo fatto un percorso in Europa League molto importante, che servirà anche come esperienza per il futuro. Dobbiamo essere orgogliosi del fatto di aver raggiunto una finale 10 anni dopo l'ultima giocata. La storia la scrive chi vince e questo è una spinta in più per ottenere il massimo".

Al primo anno da allenatore ha sempre vinto una competizione, e dal primo giorno in cui è arrivato all'Inter ha detto che voleva avere la percezione di poter vincere, anche solo l'1% di possibilità Ora ha il 50% di probabilità di conquistare un trofeo: quando si è reso conto che la squadra poteva arrivare fino in fondo? "Percezione e percentuali sono andate via via crescendo di giorno in giorno. Questo perché ho un gruppo encomiabile, che ha dimostrato disponibilità nel lavoro, voglia di mettersi a disposizione. Volevamo diventare protagonisti e siamo riusciti ad essere competitivi in tutte le competizioni. Ho visto che il lavoro funzionava, le idee attecchivano, ci abbiamo creduto, è aumentato il coraggio. Aumentando il coraggio sono aumentate le possibilità di portare a casa l'Europa League. Dovremo dimostrarlo sul campo, contro una squadra abituata a vincere questa competizione, non sarà facile ma faremo di tutto per dare una gioia ai tifosi".

Cosa le fa paura del Siviglia? "La parola paura non fa parte del nostro vocabolario. Abbiamo grande rispetto per il Siviglia, stimiamo la squadra, la loro storia, l'esperienza in questa competizione. Abbiamo rispetto, ma noi abbiamo le nostre carte da giocare, cercheremo di farlo nel migliore dei modi".

Ha mai pensato che questa finale potesse essere l'ultima partita da allenatore dell'Inter? "Negli anni ho imparato a vivere i momenti. In questo istante mi vivo il momento, sono in una conferenza stampa di una finale con al fianco due campioni come Handanovic e Godin. A domani ci dobbiamo arrivare e penserò a vivermi la finale. Pensiamo a quello che è adesso, a viverlo senza rimpianti".

Qual è il suo pensiero alla vigilia di questa finale? "Il mio pensiero è sempre rivolto al club e ai calciatori, a cercare di arrivare al massimo. Personalmente questo è il mio quarto anno che partecipo a competizioni europee e ho fatto tutti gli step dagli ottavi in poi. Ci tengo per il club, per i calciatori, per i tifosi che sono tanti anni che non giocano finali. Per un club come l’Inter sono tanti anni".

La squadra ha raggiunto un ottimo livello negli automatismi e dimostra sicurezza. "Stiamo lavorando da inizio anno su determinati tipi di situazioni. Tu puoi mettere tante nozioni ma ci vuole il tempo naturale affinché i giocatori le accettino, si passa anche da una fase di rigetto magari. Ora stanno trasformando tutto il lavoro fatto da un punto di vista tecnico, tattico, atletico e di video analisi. C’è sempre stata abnegazione e loro hanno sempre creduto in quello che ho proposto, ora vedo anche coraggio mentre prima forse abbiamo avuto un po' il braccino".

Quali sono gli ingredienti per la finale? "Dobbiamo mettere tutto noi stessi, dobbiamo dimostrare di voler alzare la coppa più di loro domani. Abbiamo voglia, entusiasmo, determinazione. Meno esperienza forse, perché loro hanno avuto una storia importante in questa competizione. Il mio augurio è che i ragazzi scendano tranquilli e liberi di testa ma determinati: sono occasioni che possono ricapitare ma a volte non ritornano e vincere è l’unico modo per entrare nella storia di un club".


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