Atalanta - Inter 1 - 1, match review



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9 nov 2020

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Gli highlights e l'analisi statistica e tattica del pareggio di Bergamo


BERGAMO - Una partita a scacchi, una di quelle che per lunghi tratti contempla uno studio approfondito dell'avversario, una mossa pensata dopo l'altra, il tempo che sembra scorrere lento. Poi d'improvviso il gioco si accende, l'alfiere fa la mossa giusta, il primo attacco al re è portato. Le occasioni per lo scacco matto ci sono, poi arriva la reazione, la contromossa. E finisce così, patta.

Atalanta-Inter, in tempi di serie tv a tema, sembra davvero una partita a scacchi. Moduli tattici che si assomigliano, volontà di giocare in avanti da parte di entrambe le squadre, l'importanza delle fasce. Scontri sempre equilibrati, ma mai avari di emozioni. Sembra dunque un miraggio accorgersi che dopo 58 minuti non ci sono stati praticamente tiri in porta, da parte delle due squadre che statistiche alla mano sono quelle che tirano e segnano di più.

Dal 58' in poi, dal gol di Lautaro servito da Young, la partita ha avuto un'altra forma, è stata differente da quella della prima ora di gioco. Più aperta, con più spazi e meno remore. Ma l'Atalanta, di fatto, ha trovato la porta solo in occasione del gol del pareggio, mentre l'Inter ha sviluppato almeno 3 ulteriori palle gol, due nella stessa azione con la doppia parata di Sportiello.

L'Inter ha aperto la scatola bergamasca sfruttando la discesa di Young sulla sinistra e la mobilità di Lautaro, imprendibile per movimenti e rapidità, oltre che per sagacia. Ha calciato cinque volte, ha trovato il gol di testa proprio come a gennaio contro il Cagliari, sempre su assist di Young. Ha anche piazzato un meraviglioso "key pass" per Vidal, dando dimostrazione di generosità e di capacità di visione di gioco, in un frangente nel quale è girato al largo dall'area avversaria e, abbassandosi, ha risucchiato su di sé la difesa aprendo il varco per il compagno.

L'Inter nel primo tempo ha avuto un baricentro medio più basso di quello dell'Atalanta, alzandolo nella ripresa. Non ha sofferto particolarmente l'atteggiamento sempre aggressivo della squadra di Gasperini, che è rimasta come sempre molto alta ma non è riuscita a dare intensità e pericolosità alla propria pressione.

In un match che nel finale ha dato a entrambe le squadre la possibilità di provare a conquistare i tre punti, sono da sottolineare la grande generosità, oltre che dei soliti noti Barella (12 km,5 contrasti, 4 possessi guadagnati) e Brozovic (11,7, ben 9 possessi guadagnati), anche di Skriniar (11), de Vrij (10,7) e Bastoni (10,7): i tre centrali hanno alimentato con continuità l'azione nerazzurra, sommando un alto numero di passaggi con una precisione media di oltre il 90% (97% per de Vrij).


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